Ho cercato Londra per le vie di Roma – Negli ultimi due anni ho chiesto a tanti aerei di tornare a casa, e ogni volta che ripartivo per Londra mi domandavo cosa stessi lasciando indietro. Quanta romaniTà  potevo portare con me? E’ possibile imbarcare porzioni di sole? La passata della nonna va in stiva, grazie.

E ricominciavo a camminare sotto tante nuvole, palazzi, ponti e strade umide. Ma Londra mi ha sempre mostrato i suoi colori. Questa cosa pazzesca di reinventare il proprio stile, creare, incontrare, ripartire da zero, che non importa chi sei, se ti dipingi la faccia o hai i capelli verdi, di che colore è la tua pelle, di che colore è la tua anima, se fai l’amore con un uomo, se fai l’amore con una donna, è un’enorme mole di contrasto a quel grigio inglese.

Ho addirittura imparato a non usare l’ombrello: può sembrare banale, e invece credo che sia profondo. Riguarda quel sogno incredibile delle barriere inesistenti, dei muri che cadono. Non c’è motivo di respingere una pioggia leggera, ci si può fondere. Ci si può fondere con l’acqua, con le etnie, con le lingue. Uno dei miei manager era un ragazzo francese di colore con dei rasta acconciati a formare un turbante, selvaggiamente bello. Pensate che fosse una figura meno autorevole? Sbagliate.

Tutte queste scoperte e queste nuove correnti erano troppo preziose da essere lasciate in territorio inglese. Sono tornata definitivamente a Roma per portare questa ricchezza in Italia. La mia voglia di conoscere, di condividere, di lavorare mi hanno riportato a casa.

La mia sfida giornaliera è dimostrare che si può disegnare il proprio tracciato anche qui, credendoci fermamente, rimanendo in movimento.

Tutti quelli che mi hanno chiesto cosa fossi tornata a fare, che tanto è difficile, che non c’è via di scampo, fanno parte di quel gruppo di persone che bisognerebbe rieducare alla vita. Quanti lamenti, quanta negatività, quanta debolezza.

Ho cercato Londra per le vie di Roma e mi sono persa. Ho chiesto informazioni a sordi e non vedenti, ai bigotti e ai rassegnati. I cantieri della metro si sono offesi. Una signora in fila alle poste mi ha superato. Un ragazzo africano è stato insultato. Non sono riuscita ad ascoltare la musica in treno, la coppia davanti a me litigava ad alta voce. Ho indossato una pelliccia ghepardata e mi hanno dato dell’audace.

Ma io ho sorriso e improvvisamente eccola lì.

Ho trovato Londra nelle idee e nei progetti, nelle mani sporche e negli occhi stanchi di chi lavora. Ho trovato Londra nei giovani che non si arrendono, oltre le porte aperte di chi bussa con fermezza. Ho trovato Londra nelle lotte contro le barriere, nelle parole dei giusti. Ho trovato Londra negli onesti, nella voglia di partire e nella voglia di tornare. Ho trovato Londra nel verde dei parchi e negli artisti di strada. Ho trovato Londra nei grazie e nei per favore.

E ho ringraziato i gentili. E per favore, continuate.

Qui abbiamo anche il sole.