Il seme della Sound Art nel lavoro del poliedrico Bruce Nauman

A partire degli anni Sessanta, Bruce Nauman ha più volte definito nuove vie nella prassi artistica americana e internazionale, attraverso l’impiego libero del linguaggio e dal pensiero concettuale. Insistendo costantemente nello spingere sempre oltre i confini tra le discipline e i materiali dell’arte, è stato in grado di tracciare i semi di nuove espressività, come la Sound Art.

Tra i primi gesti seminali che propongono il suono come materia scultorea, Soundtrack from First Violin Film (1969) fa parte del più vasto corpo di azioni e performance che Bruce Nauman realizza alla fine anni Sessanta. Nel 1968, l’artista si trasferisce a New York, nell’allora studio vacante di Jasper Johns negli Hamptons, per lavorare alla sua prima mostra personale alla Leo Castelli Gallery. In questo contesto emergono una serie di lavori che lo vedono suonare il violino, tra cui Soundrack from First Violin Film, inizialmente pubblicato nel 1969 all’interno della raccolta 7 Objects/69  (che comprendeva anche Eva Hesse, Richard Serra, Keith Sonnier e altri).

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Soundrack from First Violin Film è considerato uno dei primi gesti della Sound Art, nel quale i suoni abrasivi evocano il residuo di una presenza fisica. Quest’opera di Bruce Nauman assomiglia alla musica, usa suoni e riferimenti strumentali, ma non è musicale.  Piuttosto, evidenzia la figurazione di un’idea, le possibilità dimensionali del significato e l’elasticità del linguaggio.

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Questo approccio verrà adottato spesso in seguito da Bruce Nauman con l’arrangiamento di spazi provocatori e spiazzanti.

Due esempi recenti dell’uso plastico del suono si sono visti nel 2004 a Londra e nel 2009 a Venezia.

Per la quinta commissione annuale della serie Unilever (2004), Bruce Nauman orchestra una vasta gamma di testi vocali in modo da misurare lo spazio della Turbine Hall della Tate Modern di Londra. Raw Materials riunisce ventuno tracce audio di opere realizzate dall’artista negli ultimi quarant’anni, che vanno da singole parole ripetute all’infinito a testi più complessi,  fondendosi con il vociare dei visitatori.

Days (2009), invece, è un lavoro realizzato e presentato da Bruce Nauman in occasione della Biennale Internazionale di Arte di Venezia del 2009 durante la quale l’artista era stato chiamato a rappresentare gli Stati Uniti d’America.

Days è una Sound Sculpture formata da una perpetua sequenza di sette voci che recitano ininterrottamente i giorni della settimana in ordine sparso. Un coro, o un bozzolo, che avvolge e guida il visitatore nel suo andare. Una riflessione sulla misurazione e commemorazione del tempo.

Nauman nasce nel 1941 a Fort Wayne, Indiana. Sin dal 1965 inizia a creare lavori utilizzando i più svariati media espressivi (performance, sculture, suoni, neon) con lo scopo di sondare le potenzialità del corpo umano e del linguaggio. La sua indagine si può riassumere con l’affermazione “Io voglio usare la polarità investigativa che esiste nella tensione tra spazio pubblico e privato, e usarla per creare ansia”.

Recentemente a New York si è svolta “Bruce Nauman, Disappearing Acts”, la più grande mostra mai realizzata dedicate all’intero percorso dell’artista.