No, il titolo di questo articolo non è un gioco di parole, ma la semplice traduzione in testo della pratica pittorica di Jean Paul Donadini. Ironica e violenta, la creatività esuberante dell’artista francese si manifesta su vasetti di terracotta, gonfiabili, scatole e, ovviamente, sulla tela, che veste e sveste fino a rivelare ciò che nasconde: niente.

Jean Paul Donadini è un artista francese di origini italiane, classe 1951. Compie i suoi studi negli anni ’70 prima alla Beaux Arts di Nancy e poi alla Beaux Arts di Parigi, città che decide di adottare come base e nella quale ancora oggi risiede. Da allora, molte sono state le collaborazioni artistiche del pittore e altrettanto numerose le mostre personali in Francia e all’estero (Londra, New York, Miami, Chicago, Istanbul, Dubaï, Séoul, Singapour, Hong-Kong).

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“Mi piace l’idea di una superficie piana che diventa dinamica”, J.P. Donadini

Pioniere della Glamour Art, o Glam’art, Donadini è stato tra i primi artisti a imprimere il rossetto sulla tela per truccarla, proprio come le donne usano il rossetto rosso sulle loro labbra. A metà strada tra lo charme e la sensualità, l’azione da lui intrapresa non si è limitata, tuttavia, al solo ritocco, ma ha raggiunto il suo recente vertice con la potenza dello svelamento.

Brosses Arré . Pennelli in bilico

Protagonista della serie Brosses Arrétées è un grande pennello che traccia un tratto di colore pigmentato portandosi via con sé la tela, svelando ciò che c’è sotto: niente. Bastano pochi passaggi per violare un’immagine, qualche squarcio, un colore diverso dall’originale. Un’operazione semplice e istintiva, che fa riflettere sui concetti di verità e violenza, in un periodo in cui l’apparenza sembra essere considerata più importante della sostanza. Jean Paul sembra così invitarci a ribilanciare la realtà.

“Il pittore per definizione ha un mezzo di espressione che non è la parola, è un muto che si esprime con gesti colorati”, J. P. Donadini

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