Eleonora Simeoni è una giovane illustratrice dal segno grafico delicato, ma espressivo.

Quello di Eleonora Simeoni, è un mondo surreale, simbolico, che ci riporta alle opere nordiche fiamminghe, ma carico di emozione e sentimento.

Eleonora Simeoni, ci catapulta con le sue immagini nel mondo dell’ infanzia, scava nel profondo dell’ inconscio, tocca anche l’assurdo, e questo anche grazie alla ricercatezza dei piani di lavoro: utilizza carte rovinate, e magari usate, segni tangibili della nostalgia e malinconia che porta con sè.

Chi è Eleonora Simeoni?

Sono nata a Bassano del Grappa nel 1995,  dopo il liceo artistico mi sono iscritta al corso di fumetto e illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove studio tutt’ora.

Come nasce la tua passione per l’illustrazione e come descriveresti il tuo stile?

La passione per l’illustrazione è iniziata l’ultimo anno di liceo, sono stata a casa per un lungo periodo per problemi di salute e durante quei mesi che ho iniziato ad avvicinarmi al mondo dell’illustrazione. In realtà già da piccola nutrivo una forte passione per i libri, leggevo molto e mi affascinavano i libri di catalogazione, la sensazione di aprire un libro ed entrare in un’altro mondo è ciò che tutt’ora mi spinge a disegnare.

Che influenze credi abbia avuto il tuo stile, e quali sono i tuoi maestri di riferimenti?

I miei lavori sono caratterizzati da una dimensione sospesa e surreale, i personaggi che la abitano sono creature bizzarre, fantastiche che portano con sé un senso di meraviglia. Sebbene siano surreali sono molto vicine alla realtà perché con il “diverso” è più facile identificarsi ed emozionarsi.

Il mio lavoro è stato influenzato da moltissime cose, sono una persona che ama conoscere cose nuove, e farmi anche sorprendere da ciò che non conosco! Tra le varie cose che più mi hanno influenzato sicuramente la storia dell’arte, in particolare l’arte fiamminga  ma anche quella surrealista e dadaista. i libri di catalogazione, le enciclopedie. Le favole che leggevo quando ero piccola credo mi hanno segnato molto in particolare ho amato alice nel paese delle meraviglie, ero davvero ipnotizzata da quel mondo fantastico ma allo stesso tempo così reale.

Tra i miei riferimenti : Claude Ponti, Domenico Gnoli, Roland Topor, Bosch..

Quali sono gli strumenti di lavoro irrinunciabili per un illustratore?

Sicuramente Un foglio e una matita!  Nel mio caso, anche le carte per il collage, i pennelli e i colori.

Da dove provengono le tue visioni? Ora, se avessi carta bianca, cosa ti piacerebbe illustrare?

Le immagini che creo sono in parte frutto di ciò che ho visto, letto, studiato. Quando inizio un lavoro nuovo mi concentro sul tema da rappresentare e l’idea che voglio esprimere. Trovo più facile per esempio partire da un’emozione  una parola e darle una forma. Come un film mi immagino la scena, e cerco di rappresentarla sul foglio.

Stai lavorando a qualche progetto in questo momento? ( se si può dire)

In questo momento sto facendo molte cose, ho appena inaugurato una mostra personale a milano, sto realizzando dei lavori personali e nei prossimi mesi inizierò a lavorare su un libro illustrato per la mia tesi di laurea.

Se potessi scegliere un libro un libro o una storia da illustrare su cosa ti butteresti?

Mi piacerebbe molto creare un libro-catalogo magari di qualche wunderkammer o di un mondo totalmente inventato, dalla flora alle creature, alla mappa geografica!

Ma anche un libro sulla magia, insomma qualcosa dove l’immaginazione sia la protagonista .

Cosa consigli a chi come te, ha investire la propria vita nella creatività?

Consiglio di continuare ad alimentare la propria passione, studiando , leggendo, guardando e sicuramente continuando a persistere le soddisfazioni arriveranno!