Per chi lavora o studia in casa, così come per chi è alle prese con l’apertura di uno studio, la composizione dello spazio lavorativo resta fondamentale.

Interior design studio – Non solo perchè lavorare in uno spazio ben arredato può essere il primo biglietto da visita verso i propri clienti. Uno studio organizzato in maniera ottimale in termini di comfort e … può infatti migliorare umore e prestazioni di chi lo “abita”.

I consigli per comporre un vero spazio lavorativo sono semplici: seguiteli tutti o solo quelli che pensate si adattino alle vostre esigenze e avrete un risultato garantito!

Interior design studio 1: la palette di colori

Primo step della costruzione di uno spazio è senza dubbio la scelta dei colori che saranno utilizzati per pareti e mobilio. Siamo in un’area di lavoro, dunque di concentrazione; utilizzate tinte tenui, mai toni sgargianti per la tinteggiatura delle quattro mura. Preferite il bianco quando le fonti luminose sono poche.

L’arredamento gode di una libertà maggiore, ma il rosso lasciamolo alle camerette dei bambini. Pensiamo piuttosto di mescolare materiali naturali ad acciaio e laccature neutre.

Se invece vi sentite eccentrici concedetevi un tocco shock di colore: che sia per la scrivania, fulcro della stanza, o per la parete alla quale è appoggiata. In quel caso, consentita anche la carta da parati, purchè sia veramente d’effetto: l’unicità fa parte delle qualità necessarie al successo.

Interior design studio 2: l’illuminazione

Il lighting design, la progettazione dell’illuminazione, è una parte chiave della progettazione d’interni, ancor più se stiamo parlando di uno spazio di lavoro, dove l’occhio è sempre messo alla prova.

Innanzitutto è necessario analizzare la luce naturale per capire quanto può essere sfruttata o quanto dovrà essere aiutata dall’artificiale. La regola fondamentale è di preferire che la finestra illumini il piano di lavoro da sinistra (viceversa per i mancini).

Tra le luci artificiali, obbligatoria la lampada da lavoro sulla scrivania. Per le lampade da soffitto e da terra regolatevi in base al vostro gusto. Tenete sempre a mente, tuttavia, la dimensione dell’area che dovrete illuminare e l’esposizione della stanza. Trovare un giusto equilibrio nell’illuminazione non è semplice, ma lo spirito di osservazione dovrebbe facilitare l’impresa.

Interior design studio 3: l’organizzazione

Una volta dipinti i muri, installata l’illuminazione e collocata la scrivania nel punto più adatto non resta che progettare lo spazio restante.

Poichè non siamo in una camera da letto, ma in uno studio, tutto l’arredo restante sarà dedicato all’organizzazione. Cancelleria, libri, utensili, materiale da lavoro: tutto deve avere un suo posto.

La prima regola è: fatevi un’analisi di coscienza. Se siete disordinati, caotici, allora evitate gli scaffali a vista.
Le mensole ordinate maniacalmente hanno il loro fascino, come negarlo, ma se il fascino deve svanire non appena andrete a cercarvi qualcosa di cui avrete bisogno, evitate. Scegliete piuttosto un mobile chiuso, una madia, non banale esteticamente, che caratterizzi lo spazio e contestualmente nasconda al proprio interno i vostri oggetti e il vostro modo di riporli.

Non nascondete però i libri: il libro è un simbolo di cultura, nonchè un vero e proprio complemento di arredo.
Scegliete una libreria sottile, che non prevalga sulla bellezza delle copertine. Ordinate i volumi secondo un vostro indice mentale, non troppo rigido, la libreria deve essere accessibile e vissuta. Dedicatele lo spazio necessario, senza dimenticare che una libreria è come un bambino, che cresce con l’esperienza.

Per i maniaci dell’ordine, al contrario, non ci sono consigli di organizzazione: scegliete il vostro stile e rendetelo realtà. Si alle pareti attrezzate dove sfoggiare cancelleria e utensili. Si alle scaffallature a giorno per ordinare documenti, materiale artistico, stoffe e quant’altro. Si ai libri impilati a terra. Mostrate le vostre capacità, appagherete la vista di chiunque varchi la soglia.

Interior design studio 4: moodboard

Siamo al quarto punto, che non è una regola, piuttosto una considerazione.

Il lavoro, qualsiasi esso sia, ha bisogno di ispirazione. Si trae ispirazione dal lavoro degli altri, o dai nostri lavori passati e ben riusciti. Si trae ispirazione da immagini d’arte, da frasi di un libro appena letto, dai gesti quotidiani che compiamo.
Uno spazio di lavoro che si rispetti dovrebbe allora avere una fonte di ispirazione. Create un moodboard.

Non è un oggetto fisico, può essere costruito come più vi piace. Può essere una grande bacheca in sughero dove attaccare tutto ciò che avrete bisogno di riguardare ogni tanto. Può essere una lavagna, dove scrivere citazioni o attaccare immagini. Può essere un muro-galleria di quadri che stimolano la vostra creatività a di foto dei grandi del passato, che vi motivano e inorgogliscono.

L’ispirazione è alla base delle idee originali e non basta una ricerca su Pinterest per raggiungerla.
Uno spazio di lavoro che ispiri chi lo frequenta è uno spazio autentico, che genererà lavori autentici. Non solo in ambito creativo.

Interior design studio 5: le postazioni multiple

L’ultimo punto riguarda gli studi al cui interno lavorano più persone e che quindi richiedono un arredamento dedicato a questa necessità.

I consigli letti in precedenza valgono in ogni caso. Se abbiamo bisogno di collocare nello spazio lavorativo più postazioni di lavoro dobbiamo andare a considerare quale tipo di lavoro andranno a svoglere chi le occupa.

C’è bisogno di considerare ad esempio se abbiamo davanti un team o un gruppo gerarchico.

Se gli impiegati cooperano sarebbe bene disporre le scrivanie ad isola. Questo consentirà ai membri del team di avere la propria postazione mantenendo un rapporto di scambio visivo (e verbale) con gli altri.

Le postazioni di impiegati che svolgono un lavoro individuale hanno bisogno di ricreare un ambiente di concentrazione e privacy. Da evitare la costruzione di mura alienanti tra una scrivania e l’altra. Preferiamo i divisori di design: manterranno l’ambiente aperto e decoreranno lo spazio come fosse una galleria d’arte.

E’ necessario inoltre creare uno spazio più informale nello studio che coinvolge più lavoratori. Dedichiamo uno spazio ad un grande tavolo rotondo o ad un salottino raccolto dove fare brainstorming o rilassarsi nella pausa caffè.

Il mantenimento di un buon rapporto tra colleghi migliora l’umore dei singoli, incrementandone le prestazioni.