SONNO, all’anagrafe Michela Rossi, nasce a Roma. Disegna e scrive storie brevissime e fulminanti a metà strada fra satira e monologo interiore. Ha pubblicato i suoi fumetti in due antologie. Nel 2016 ne “La Rabbia” edita einaudi stile libero e nel 2020 in “Sporchi e subito” edito da Feltrinelli Comics. Nel 2012 esordisce con un suo racconto su “trecentosessantacinque giorni da donna” . Dal 2015 comincia a produrre mini racconti illustrati sul suo blog e le sue pagine social, poi raccolti in alcuni libri autoprodotti nel 2016. Ha partecipato a “Don’t kick me out” (2016) e “Fortopta” (2016) e ha collaborato con lo spaziobianco.it (importante sito dedicato al mondo dell’illustrazione e fumettoù). Nel 2019 è uscito il suo primo libro “Anatomy of a sensitive person” edizioni Fortepressa.

Back to basics è stato pensato e realizzato nel periodo subito successivo al Lockdown, una riflessione a caldo del periodo appena vissuto. Come ci spiega l’artista SONNO “In Back to basics ho voluto parlare del vuoto. Il vuoto attraverso il distanziamento sociale, negli uffici, nelle scuole e nei parchi deserti a causa della pandemia. Un vuoto fisico che ha fatto emergere una domanda, forse un dubbio nascosto sotto al tappeto del nostro inconscio. Il vuoto, quello vero, nasce da tutto ciò che non hai mai realizzato. Dai tuoi talenti che non hai mai ascoltato e dai tuoi pensieri che non sono diventati mai azione. La libertà è sinonimo di possibilità? Se è così allora questa libertà ha un problema di qualità”.

«Ho studiato e lavorato nel mondo della pubblicità, questo spazio a livello mentale lo ricollego a uno spazio pubblicitario, a un manifesto. Di solito la gente entra, passa all’interno della metro e vede la pubblicità di un’aspirapolvere oppure di una qualsiasi altra cosa, in questo caso vede un’opera d’arte. È lo stesso modo di comunicare, però finalmente qualcuno dice qualcosa piuttosto che vendere.

Con questo disegno nello specifico tento in qualche modo di stimolare il pensiero, la frase è molto semplice: “Questa libertà ha un problema di qualità”. La libertà di cui parlo è sia quella del momento specifico che stiamo vivendo, sia quella di tutti i giorni. Ci dicono che siamo liberi, abbiamo il libero arbitrio, abbiamo tutto, viviamo. Ti puoi svegliare e fare ciò che vuoi, prendere un biglietto e andare al volo da qualche parte, in Sud America, ma c’è qualcosa a livello di qualità in quello che fai che non torna. Anche la lentezza per me è sinonimo di qualità: fermarsi un attimo, ragionare davvero su quello che stai facendo: “come stai vivendo le giornate?”

Mi piace la metropolitana e Art Stop Monti è veramente bello come progetto, funziona, è un’ottima fusione tra l’atmosfera museale e quella dell’arte urbana. L’arte nello spazio pubblico c’è, esiste, è l’arte urbana, è l’arte che vediamo per strada: bisogna farci caso.

Il museo è, facendo un paragone sciocco, il giallo, l’arte urbana è il blu: se li unisci raramente viene il verde, però è molto difficile. Sono due colori totalmente diversi questo è il punto.

Tutta questa situazione c’ha fatto capire quanto è importante vivere il “qui e ora”, presente, basta. non pensare al passato che ti riempi di pippe mentali, non pensare al futuro che ti riempi di pippe mentali, svegliati e pensa solo ad adesso, al “qui e ora”, un modo di pensare molto zen che ti salva la vita in realtà, quindi vivi bene, di qualità, il presente.»