Walter Niedermayr è un fotografo italiano che da 30 anni indaga come il turismo di massa trasformi il paesaggio alpino.

Per Walter Niedermayr il paesaggio alpino è il paesaggio che vede sin da bambino, essendo nato a Bolzano, e ne ha vissuto i radicali cambiamenti apportati dall’industria del turismo, uno spazio e dei luoghi che ha conosciuto come selvaggi e che gradualmente sono stati occupati dall’industrializzazione. Questo l’ha portato a un nuovo approccio nei confronti del suo paesaggio, approccio nel quale ha visto una possibile indagine fotografica. Un paesaggio topograficamente fragile come quello alpino è strettamente legato al tipo di attività che vi viene svolta, questa diviene l’elemento caratterizzante del luogo.

Lavora spesso mettendo in relazione tra loro più immagini, accostandole e separandole di pochi centimetri, in questo modo le sue opere diventano polittici di grandi dimensioni che aiutano ad ampliare la percezione del luogo indagato, costringendo lo sguardo dell’osservatore a muoversi lungo più punti di interesse, non potendosi indirizzare su un unico soggetto l’esperienza dell’osservatore diviene più ampia e stratificata. Per fare questo, inoltre, spesso Niedermayr sfrutta una postproduzione che porta all’estremo le alte luci, realizzando opere che acquisiscono un carattere incorporeo e quasi astratto.

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Nel suo ultimo lavoro, Coesistenze, Walter Niedermayr ha fotografato l’unità vicinale della Magnifica comunità di Fiemme, un consesso di undici comuni in Trentino Alto Adige, un progetto di comunità e condivisione dei beni che nasce nel 1111, una sorta di repubblica alpina rurale, una formazione sociale i cui abitanti, i vicini, posseggono un patrimonio collettivo (terreni, pascoli, ma anche beni culturali) che hanno il diritto di utilizzare a patto che le rendite del patrimonio vengano redistribuite a tutti i vicini ma soprattutto ai meno abbienti. Qui, il fotografo bolzanino, documenta una realtà opposta a quella che è solito raccontare nei paesaggi alpini, ma che subisce le conseguenze dei mutamenti della struttura sociale ed economica che la zona vive da anni, e al contrario dei lavori precedenti, dove spesso le persone e le loro attività andavano a comporre l’ossatura della foto, in Coesistenze il soggetto principale è la concezione di spazio di questi undici comuni, fatti di architetture paesane che dialogano con un’organizzazione di stampo prettamente urbano, un modo di abitare stratificato e complesso che cerca di tenersi al passo con le trasformazioni socio-economiche del territorio circostante, che fanno sì che un sistema di abitazioni per certi versi ancora rurale debba trovare una controproposta alla terziarizzazione del luogo in cui si trova.

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Walter Niedermayr documenta questo processo senza calare giudizi dall’alto, ma attraverso immagini asettiche indaga le peculiarità architettoniche della valle, cercando di mettere l’osservatore in una posizione di consapevolezza riguardo la questione in esame. Non è il fotografo che deve dare delle risposte, ma in alcuni casi è bene che questo ponga delle domande, e questo è quello che accade in questo progetto.