Mentre, alla fine del XIX secolo, la fotografia sta ancora cercando di scrollarsi di dosso l’immagine di un’arte minore, nasce il pittorialismo.

Se molti fotografi del tempo erano accusati di essere dei mancati pittori, rifugiatisi nella fotografia per farsi aiutare dai suoi automatismi meccanici, i fotografi che aderirono al pittorialismo erano abili tecnici che cercarono di portare nelle loro opere una manualità e un senso artistico per poter elevare la fotografia al rango di arte maggiore.
Per fare questo, i fotografi pittorialisti, utilizzavano una serie di tecniche per rendere le fotografie il più vicino possibile a dei disegni, obiettivi meno nitidi, stampe su supporti irregolari, per confondere i particolari, e la pratica del fotomontaggio.

Gustave Le Gray

Precedentemente pittore, si avvicina alla fotografia e diventa uno degli esponenti maggiori del pittorialismo. Utilizza spesso la stampa combinata, fotografa lo stesso soggetto in momenti diversi, per unire poi i particolari di maggior rilievo in un’unica stampa e donare alle sue fotografie un effetto di grande impatto.

 

Gustave Le Gray, The great wave. 1957

Oscar Gustave Rejlander

Anche lui abbandona la pittura per dedicarsi alla fotografia, principalmente di impegno sociale, è famoso soprattutto per la sua opera più conosciuta, Le due strade della vita.
Una fotografia in grande formato (76×40,5 cm) costituita dal montaggio di addirittura 32 negativi, che formalmente si rifà alla Scuola di Atene di Raffaello.

 

Oscar Gustav Rejlander, The two ways of life. 1857

Edward Steichen

Fotografo che seguirà poi un percorso piuttosto eclettico, si avvicina alla fotografia proprio grazie al pittorialismo. La sua carriera può essere presa come un esempio dell’evoluzione che porterà alla nascita della straight photography, all’inizio del nuovo secolo.
Una curiosità, nel 2006 è stata battuta all’asta la sua prima fotografia pittorialista The pond-moonlight, del 1904, per un prezzo intorno ai 2,9 milioni di dollari, all’epoca il più alto mai pagato per una foto!

 

Edward Steichen. The Pond-Moonlight. 1904

Il lavoro di questi artisti denota quello che può essere visto come un momento di confusione nel rapporto tra la fotografia e chi la pratica.
Ci si avvicina con entusiasmo a questa nuova arte, rifiutandone però i suoi strumenti e cercando di farla diventare un’appendice della pittura. Da un’altra parte questo è stato, probabilmente, un sintomo di quanto la pratica fotografica abbia scosso il mondo dell’arte e, soprattutto, un passaggio necessario nel processo evolutivo che porterà, dagli inizi del ‘900, la fotografia a consolidarsi nell’immaginario collettivo come un’arte maggiore a pieno titolo.