Lo studio Chiaozza è stato fondato a New York City nel 2011 da Adam Frezza e Terri Chiao, una coppia di artisti americani che esplora il gioco e l’artigianato attraverso una vasta gamma di media.

Avrei voluto intervistarli per chiedere cosa della purezza, della spiritualità e del concetto di collettività, temi ricorrenti nel loro lavoro. Proverò a immaginarmela, questa intervista, un po’ come i loro lavori mi insegnano a fare: a immaginare nuove possibili interazioni.

Molti lavori di Chiaozza hanno una natura pubblica o sono stati pensati per accogliere altri artisti o progetti di scambio culturale, ovvero permettere le opere al servizio dell’Altro (uno spettatore, un’idea, una città). Altri progetti, invece, favoriscono il raccoglimento e la meditazione oppure si compongono di forme naturali, giocose e semplici. Piante grasse, nuvole, giardini zen, oasi costruiscono uno scenario vario e indecifrabile, che corre al limite tra il design e la scultura.

Quanto pesa l’idea di apertura nel loro processo creativo?

Nella scultura pubblica “Stick Stump & The Lawn Lumps” (Tappen Park, Staten Island, NY) una serie di sculture mimano delle rocce per creare un forum giocoso adatto alla lettura, alla ricreazione, allo spettacolo e all’interazione pubblica. Quello che Chiaozza fa è stimolare il “bambino interiore” che è  in noi “incoraggiandolo a esaminare la sua innata saggezza”, ma anche invogliare a provare meraviglia nonostante un mondo spesso tumultuoso e caotico.

Un luogo di evasione e di contatto con la natura, dove rientra anche il concetto di contemplazione.

Un po’ come il “Chiaozza Zen Garden”, un’installazione a tre sculture collocata nel cortile di Industry City, a Brooklyn. In questo lavoro, le forme ambigue ispirano un senso di curiosità e immaginazione, l’azione di rastrellamento della ghiaia – posizionata attorno alle sculture – invece, aiuta a costruire uno spazio di pace e calma.

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“Nel nostro lavoro, il colore è una nave per esperienza”

La “Chiaozza Chapel”, installata all’interno della Cooler Gallery nel 2018, costituisce un santuario privato e intimo che celebra il colore, la luce e la forma. Attraverso cinque opere murali in legno dipinto, la coppia esplora i concetti metafisici quanto naturali di orizzonte, atmosfera, tempo, paesaggio e rituale. La ripetitività di uno schema visivo, riscontrabile nei lavori, aumenta la vibrazione visiva della stanza e invita lo spettatore a lasciarsi abbracciare da essa.

Le istallazioni immersive di Chiaozza si ispirano ai grandi nomi dell’arte e dell’architettura del Novecento, ma lanciano uno sguardo nel futuro. “Chiaozza Garden”, Coachella Valley Music & Arts Festival, 2017

La scenografia che la coppia ha creato per il Coachella Valley Music & Arts Festival nel 2017 era costituita da bulbose forme geologiche simili alle forme mutevoli di un paesaggio desertico al crepuscolo. Come un miraggio, le sculture creavano un’allucinazione fugace capace di incoraggiare il viaggiatore all’esplorazione e all’incontro.

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Le piante sono spesso protagoniste dei vari lavori della coppia. In alcuni scritti, Chiaozza fa cenno alla Botanica Parallela. Ma che cos’è? E cosa rappresenta la foresta nel loro immaginario?

“Exquisite Plant Collages”, “Plant Shop”, “The Cartoon Plant Sculptures” e la stessa scenografia per il Coachella sono dei giardini pieni di piante grasse sognate o cartoonesche. Manifestazioni tridimensionali di piante immaginarie all’interno di un paesaggio disegnato, inesistente, come un’illustrazione a tutto tondo. Nella serie “The Cartoon Plant Sculptures” si fa riferimento, in particolare, all’artista e teorico italiano Leo Lionni che parlò di Botanica Parallela, ovvero di ciò che esiste e che ancora non può essere visto.

Come nei lavori precedenti, queste forme e i vari media impiegati, esplorano la possibilità di rendere visibile una sostanza immaginaria. Essa può essere un gesto affettuoso, una preghiera, la necessità di ricollegarsi alla natura e al suo respiro, la volontà di evasione dal caos quotidiano, la vibrante e luminosa energia di New York.

Sono un esercizio per la felicità.