Storia della fotografia – Molto prima dell’invenzione della fotografia era chiara la possibilità di convogliare la luce su una parete attraverso uno strumento ottico, la camera oscura.

La storia della fotografia parte da una cabina avvolta nell’oscurità con un foro su una parete. Attraverso questo passa la luce che proietta, sulla parete opposta a quella forata, un’immagine di quello che si vede all’esterno della camera oscura, ma capovolta.
Se questo era chiaro già da parecchi secoli, nel XIX secolo ancora non si sapeva come fissare quell’immagine su un supporto, così da renderla permanente.

Sono tre i personaggi che, più di tutti, hanno contribuito alla nascita della storia della fotografia attraverso le loro sperimentazioni: Joseph Niépce, Louis Daguerre e William Fox Talbot.

Joseph Niépce

Già dagli anni ’20 dell’800 cerca di capire come fissare la luce su un supporto metallico. Lo fa pennellando una lamina di rame con del bitume di Giudea, una sorta di vernice fotosensibile, che, esposta alla luce per qualche ora, annerisce e restituisce l’immagine. Ancora non si riesce a fermare il processo, quindi il risultato non è fissato e l’immagine annerisce progressivamente al contatto con la luce. L’incontro con Luois Daguerre, però, lo porterà a fare dei passi avanti in questo senso.

Joseph Niépce, 'Vista dalla finestra a Le Gras', 1826. Ritenuta la prima fotografia della storia
Joseph Niépce, ‘Vista dalla finestra a Le Gras’, 1826. Ritenuta la prima fotografia della storia

Louis Daguerre

Conosce Niépce a Parigi nel 1827 e insieme a lui cerca una soluzione al problema della fugacità delle immagini. Ci riesce solo quattro anni dopo la morte di Niépce, che quindi muore senza poter vedere i frutti del loro lavoro, nel 1837. La tecnica messa a punto prende il nome di dagherrotipia e viene rivelata solo nel 1839 dal governo francese che acquista i dettagli del processo chimico in cambio di una pensione a vita per Daguerre e il figlio di Niépce.

Boulevard du temple, Daguerre, 1838
Boulevard du temple, Daguerre, 1838

William Fox Talbot

Porta avanti le sue sperimentazioni parallelamente a Niépce e Daguerre, ma in Inghilterra.
Copre dei fogli di carta con sale e nitrato d’argento, rendendoli sensibili alla luce.
Basta posare una foglia sulla carta ed esporla alla luce per annerire le zone non protette dalla luce. In questo modo ottiene un negativo della foglia che successivamente riesce anche a fissare.
Arriva a questo risultato qualche mese dopo Daguerre e questo ritardo contribuirà a far passare in secondo piano il suo lavoro.

Una delle foglie impresse sulla carta da Talbot
Una delle foglie impresse sulla carta da Talbot

Con i risultati ottenuti tra Francia e Inghilterra possiamo quindi prendere il 1839 come l’anno in cui nasce la storia della fotografia. Ci vorrà poi molto tempo prima che si affermi come un’arte.
Esplicative le parole di Baudelaire, per dare l’idea di come era vista la fotografia nei primi anni dalla sua nascita:

“La società immonda si spintona, come un solo narciso, per contemplare la sua volgare immagine nel metallo”.