Natalia Criado studia a Milano per poi ricongiungersi alla sua terra d’origine: la Colombia. Designer versatile, ma sempre riconoscibile, racchiude in un’unica cifra stilistica l’eclettismo degli accessori di moda e la purezza dei complementi d’arredo di alta fattura.

Tra ricordi del passato e suggestioni per il futuro, Natalia Criado ci ha svelato la sua idea di progetto e le sue ispirazioni.

Cos’è il design per Natalia Criado?

La mia passione per il design nasce dal desiderio di creare oggetti con dei codici che possano essere trascritti nel tempo. Fin dalla mia infanzia, ho sentito la necessità di esprimermi in un linguaggio creativo che oggi mi ha portato a diventare una designer.
Spero di essere d’ispirazione per le nuove generazioni che si approcciano a questo mondo. 

Che tipo di legame c’è, se esiste, tra il tuo paese d’origine, la Colombia, ed i tuoi lavori?

Esiste un legame fortissimo.
Nonostante mi sia trasferita a Milano da tempo, l’eredità culturale che mi ha lasciato la mia terra d’origine fa parte di un bagaglio che custodisco gelosamente dentro di me.
Alcune delle mie collezioni attingono alla tradizione e alla natura colombiana. Infatti ho dedicato un’intera collezione, “ Natura Morta”, ai frutti tropicali tipici della Colombia. 

Hai studiato a Milano prima di rientrare a Bogotà. Cosa ti ha lasciato l’esperienza italiana? Pensi che nel nostro paese ci si approcci diversamente, rispetto a come accade nel resto del mondo, al design?

Sicuramente è presente un modo diverso di apprezzare la bellezza. D’altronde, non potrebbe essere diversamente, l’Italia è la culla della bellezza. Una bellezza declinata in tutte le sue forme e che riesce a dialogare con tutte le arti, dalla moda alla musica passando per il cinema e la pittura iconografica.
Milano è una metropoli cosmopolita, in continua crescita ed in continuo movimiento. È stato il mio punto di partenza per costruire un network internazionale. 

I tuoi progetti dimostrano grande versatilità: le tue collezioni spaziano dagli accessori femminili ai complementi d’arredo. Hai qualche preferenza o riesci a cimentarti in avventure diverse con lo stesso spirito?

Amo entrambi. Sono due mondi creativi speculari; l’uno completa l’altro.
Immagino una donna come una casa in cui trovare riparo: bella, forte, delicata e con accessori in grado di renderla ancor più femminile. 

Le tue idee si concretizzano spesso attraverso l’autoproduzione. Riesci a fare tutto da sola o hai costruito una rete di scambio con i produttori locali? Come pensi si evolverà nel futuro prossimo il tanto discusso rapporto tra design e artigianato?

Lavoro con una rete di artigiani, sia colombiani che italiani. Sono in continua ricerca di nuovi contatti e ispirazioni. Durante i miei viaggi, adoro imparare diverse tecniche creative guardando al lavoro degli artigiani locali. A volte riesco a realizare io stessa alcuni di questi oggetti.
Sono convinta che l’artigianato e il design siano strettamenti legati tra loro. Durante gli ultimi anni, i designers hanno perfezionato le proprie tecniche artigianali.
I pezzi di design sono, quindi, pezzi d’artigianato, unici e rari. 

Ad oggi, chi sono i designer che segui di più?

Cito tre nomi che ad oggi rappresentano per me il design innovativo, in grado di arricchire e ringiovanire la realtà artistica: Patricia Urquiola, Jaime hayon e Delfina Deletrez.