Nel coloratissimo quartiere del Pigneto, Roma, dal 22 al 24 Settembre, si è tenuta la prima edizione di inQuiete, festival di scrittura tutta al femminile.

Meno di novant’anni fa Virginia Woolf si domandava quanti libri sulle donne venissero scritti in un anno e quanti di questi libri fossero stati scritti da uomini. E’ questa la domanda, ancora molto attuale, che si sono poste le organizzatrici di inQuiete, e attorno a questa domanda hanno creato un festival di scrittrici per le scrittrici e per le donne più in generale. Il centro nevralgico del festival è stato Tuba, la Libreria delle Donne, e non a caso dato che ormai da dieci anni promuove le capacità e le opere delle donne, rappresentando un punto di riferimento per la città.

Si sono susseguiti per tre giorni, animando l’intero quartiere, reading, laboratori di scrittura, dibattiti, spettacoli teatrali e proiezioni, tutti volti all’unico scopo di portare ad una “riflessione militante” sulla letteratura di genere e sul ruolo della donna nell’editoria contemporanea.
Oltre quaranta autrici sono state ospiti di questa prima edizione, o meglio presa di posizione nei confronti di un ambito che tende ancora a mantenere come proprio punto di riferimento una visione prettamente maschile. Altrettanti gli argomenti trattati: da una riflessione sui canoni di bellezza femminile a partire dal libro “L’Eleganza del Riccio”, fino ad arrivare alla biopolitica, dal Frankenstein di Mary Shelley all’Ancella di Margaret Atwood.

Il festival inQuiete risponde dunque ad un bisogno: quello di creare un luogo simbolico e al contempo concreto all’interno del panorama letterario nazionale, lasciando spazi, microfoni, carta e penna a bambine curiose, adolescenti ancora alla ricerca di se stesse, ma soprattutto donne assennate e pronte a fare la differenza.