La Photo-Secession è la fine di quel percorso iniziato da Nadar, passato per il pittorialismo e concluso da Alfred Stieglitz prima, e Paul Strand poi.

L’inizio del ‘900 è il momento in cui, finalmente, alla fotografia viene riconosciuta una dignità pari a quella che viene riconosciuta alle altre arti.
Per quanto oggi sembri scontato, fu un processo con una gestazione durata quasi mezzo secolo.
Nadar e i fotografi pittorialisti avevano preparato il terreno per la Photo – Secession portata avanti da un gruppo di fotografi che sostenevano che il fine di una fotografia non fosse rappresentare fedelmente la realtà, ma fornirne un’interpretazione artistica attraverso lo sguardo e la rielaborazione del fotografo.

Alfred Stieglitz

Nasce a New York ma si avvicina alla fotografia una volta trasferitosi in Europa, tornato negli Stati Uniti diventerà un importante punto di contatto tra gli artisti del nuovo e del vecchio continente.
Nel 1902 gli viene chiesto, dalla National Arts Club di radunare i migliori fotografi americani dell’epoca per organizzare una grande esposizione, ma i membri più conservatori del club non sono d’accordo con le scelte artistiche di Stieglitz, che a quel punto decide di fondare un nuovo gruppo di fotografi e chiamarlo Photo – Secession.
Ispirati dai pittorialisti europei, i fotografi secessionisti americani esprimono la loro necessità di manipolare le fotografie, così come un pittore manipola una tela, è quindi frequente l’uso di maschere e tagli in camera oscura, filtri sulle lenti e tutti quei mezzi e tecniche che offrono una maggiore libertà artistica al fotografo.
La rivoluzione apportata dalla Photo – Secession è un momento cardine della storia della fotografia, nonostante di lì a poco il gruppo secessionista perderà i suoi pezzi fino a sciogliersi definitivamente nel 1917.

La Photo - Secession di Alfred Stieglitz e Paul Strand 2(c) Alfred Stieglitz, The terminal, 1892

Paul Strand

Si avvicina alla fotografia grazie all’amicizia con Stieglitz.
Rielabora la lezione della Photo – Secession affiancando, alle idee di Stieglitz e compagni, la convinzione che non andasse messa da parte la componente tecnica alla base della fotografia.
Rivalorizzare il mezzo meccanico ed affermare la possibile coesistenza tra tecnica ed operazione artistica, è quindi accettabile l’approccio dei pittorialisti ma allo stesso tempo si diffonde anche l’idea che la fotografia può ispirarsi alla realtà, senza per questo perdere il suo valore artistico.

La Photo - Secession di Alfred Stieglitz e Paul Strand 1(c) Paul Strand, Wall Street, 1915

 

Per quanto quella di Strand possa sembrare una posizione in controtendenza rispetto a quella di Stieglitz e della Photo – Secession è, invece, il segnale del fatto che la fotografia ha ormai raggiunto lo status di arte maggiore e non ha più bisogno di rinnegare la parte meccanica che realizza lo scatto ma, anzi, questa viene finalmente riconosciuta come parte integrante del processo di creazione.