Foto di speranza raccontano lo slancio vitale dell’umanità che, in fin dei conti, rifiuta la guerra e sceglie di opporvisi.

Il conflitto è l’inestinguibile prova che ribadisce l’irriducibile opacità dell’alterità e assurge ad epitaffio estremo di una connaturata incomunicabilità. Il progresso tecnologico, la cui ingenua connotazione quasi escatologica è smentita non tanto da ragionamenti quanto dall’evidenza della Storia, ha condotto a mezzi estremamente letali e numerosi per abbattere l’altro, il cui annientamento non si limita all’eliminazione fisica. Queste accresciute possibilità si traducono in una radicale distruzione che enfatizza l’assurdità di tale devastazione sempre più esasperata che eppure ciclicamente si ripete. Ma dalle viscere di un’umanità antropofaga e fratricida un senso di rivalsa si protende verso la vita e la riaffermazione di sé stessa.

tregua di natale del 1914
tregua di natale del 1914
caduta del muro di Berlino
caduta del muro di Berlino
Bacio a Time Square
Bacio a Time Square
Caduta del muro di Berlino
Caduta del muro di Berlino

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La tregua di Natale

La Grande Guerra è l’evento d’esordio del Novecento, l’epilogo del sotterraneo fermento durante la Belle Epoque, epoca di progresso e opulenza, ma al tempo stesso percorsa da un crescendo di tensioni più o meno celate che impone inevitabilmente lo scontro. Accolta con entusiasmo, rivela poi le proprie mostruose capacità distruttive che fanno terra bruciata non soltanto sul campo di battaglia. Ma la notte di Natale 1914, un senso di umanità non ancora castrato spinge a una circostanza eccezionale che viene ricordata come “la tregua di Natale“. In vari punti del fronte occidentale, i soldati di entrambe le fazioni, di loro iniziativa, escono allo scoperto, si abbracciano, fumano, cantano insieme, si scambiano doni e organizzano persino delle partite di calcio. Gli Stati Maggiori coinvolti si attivano per nascondere l’accaduto e cancellarne ogni memoria,  di recente però sono emerse dagli archivi militari di tutta Europa, lettere, diari e persino fotografie che sanciscono inequivocabilmente che la tregua avvenne realmente.

Il bacio a Time Square

Il 14 agosto 1945 un marinaio e un’infermiera si scambiano forse il bacio più celebre della storia, mentre a Time Square la folla festeggia l’annuncio della resa del Giappone e della fine della Seconda Guerra Mondiale. L’icona più significativa della fine della barbarie e del motto Amor vincit omnia è stata regalata da due protagonisti ignari che non è stato ancora possibile identificare. Nel 2012 George Mendonsa e Greta Zimmer Friedman dichiararono di essersi baciati in quel luogo e in quel giorno subito dopo pranzo, travolti dall’euforia generale. Ma alcuni ricercatori dell’Università del Texas e dell’Iowa hanno dimostrato l’impossibilità di tale versione, dato che nell’angolo alto a destra della foto si trova un orologio che riconduce il momento dello scatto al tardo pomeriggio. Mentre la lancetta dei minuti è attorno alle 10, quella delle ore è fuori fuoco: potrebbero essere state  le 16:50, le 17:50 o le 18:50.

Il bacio della liberazione

«Io sono un cantastorie del mondo reale che può raccontare al meglio la verità con le fotografie e poche, poche parole […] Ho sempre cercato di fotografare chi aveva dato un contributo al bene dell’umanità; un modo per uscire dalla guerra, dalle sue macerie, dalle ferite che mi porto dentro» (Tony Vaccaro). Lo scatto di Tony Vaccaro ritrae il sergente americano Gene Costanzo durante l’affettuoso bacio alla piccola Noelle nel giorno della liberazione di Saint-Briac-sur-Mer (15 agosto del 1944).

La caduta del muro di Berlino

Per 28 anni l’Europa si è autolacerata proprio nel suo centro col più lugubre simbolo della Cortina di Ferro, il confine tra le due sfere di influenza attorno a cui tutto il mondo si polarizzò per quasi mezzo secolo. La peculiarità della Guerra Fredda ha dimostrato come la guerra possa essere combattuta in modo altrettanto soffocante con modalità più sfuggenti. Nel non-conflitto oscillante tra provocazione e arretramento, Stati Uniti e Unione Sovietica, ideologicamente non integrabili, più volte hanno accarezzato la possibilità di una mutua distruzione fin quasi a realizzarla. Dal 1961 il muro di Berlino ha concretizzato l’incombente tensione in un oggetto intrinsecamente ostile all’umanità: perché non esistono muri fatti contro qualcosa, i muri sono sempre fatti contro qualcuno. Il 9 novembre 1989, dopo la notizia di permessi per attraversare il muro, migliaia di tedeschi dell’Est scavalcarono e presero a picconate il muro aprendo delle brecce per oltrepassarlo. Il crollo del muro segnò la riunificazione della Germania e la fine della Guerra Fredda.

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