William Klein può essere considerato tra i padri della Street Photography, mentre Vivian Maier è la protagonista di una incredibile storia riguardo la scoperta delle sue opere.

 

Se si parla dei pionieri della Street Photography va citato senza dubbio William Klein, fotografo classe 1928, nato a New York da una famiglia ebrea molto povera, nella sua lunghissima carriera si è diviso tra street photography, moda, reportage, cinema e anche pittura. Documenterà Tokyo, Mosca, Roma, Parigi e soprattutto New York, portando alla luce la cultura popolare delle città visitate in modo grezzo, senza filtri, la sua attenzione è catturata da quelle realtà crude che gli stessi americani non avevano piacere di scoprire, tanto che lo stesso Klein racconta di quanto fosse difficile al tempo trovare un editore che volesse pubblicare le sue fotografie, non esitando nel dirgli che quella ritratta da lui non era New York e che la sua non era fotografia.
Lo sguardo di Klein si posa su queste realtà in maniera spesso ironica e del tutto anticonformista; già dalla scelta di pellicole particolarmente granulose e di obiettivi grandangolari, il suo modo di scattare diventava una ricerca di quelle sgrammaticature quali il mosso, lo sfocato, i tagli non convenzionali, che Klein sfruttava a suo vantaggio nel suo modo di restituire il suo girovagare per la città.

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Vivian Maier, a differenza degli altri esponenti della Street Photograpy ha conosciuto la fama solo dopo la sua morte e, soprattutto, non fece mai della fotografia la sua professione. Era infatti nata a New York e stabilita poi a Chicago, dove svolgerà il mestiere di bambinaia per circa 40 anni, tutte le informazioni sulla sua vita si hanno ricostruendo i racconti dei bambini e delle famiglie per le quali ha lavorato; pare non avesse molti amici e che passasse le sue giornate libere camminando per la città con la sua Rolleiflex al collo, concedendosi ogni tanto dei viaggi, sempre in solitaria e documentati con la sua macchina fotografica.
La sua enorme produzione di negativi (oltre 100.000) è stata scoperta solo di recente, infatti la Maier, che morirà nel 2009, pochi anni prima del suo decesso aveva dato via alcuni scatoloni pieni dei suoi negativi, probabilmente perchè non più in grado di pagare l’affitto per il deposito dove li teneva, questi scatoloni sono stati acquistati, in maniera del tutto casuale, ad un’asta da un ventiseienne agente immobiliare di Chicago che rese famoso questo ritrovamento, riuscendo però a risalire al nome dell’autrice solo dopo la morte di questa, che quindi non ha mai avuto notizia della fama raggiunta grazie alle sue fotografie che hanno ritratto per lo più persone, spesso i loro volti o dettagli dei loro corpi e delle loro azioni, con la pulizia formale tipica tipica di chi scatta, con grande genuinità, esclusivamente per documentare ciò che vede.
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