«La mattina dopo Leon mi chiama contrito e mi dice: scusa se mi sono arrabbiato, è che sei la mia schiava, devi fare quello che dico io.»

Praticare BDSM (“Bondage e disciplina, dominazione e sottomissione, sadismo e masochismo”, qui per chi ne sa meno) può essere utile e stimolante per liberare dalle costrizioni sociali i corpi che sono obbligati ad abitarle, creando importanti occasioni di scardinamento dei ruoli di genere e dei presupposti culturali annessi. Allarmante e degradante (e non in termini piacevoli) è invece reiterare quelle stesse costrizioni sociali nelle pratiche sessuali, specialmente nelle dinamiche oppressive legate agli stereotipi di genere e derivanti dal nostro ormai affezionato eteropatriarcato.

È proprio questo che succede nel nuovo libro di Nat Gildi: Meno cazzate (Giulio Perrone Editore, 2023), dove la protagonista, mentre passa in rassegna gli uomini con cui si è relazionata nella sua vita e che le hanno sistematicamente distrutto il cuore, ci racconta di Leon, l’uomo che l’ha iniziata alle pratiche BDSM, anche se non nel modo più corretto possibile, proponendole un solo lato della storia:

«Leon pensava che l’unico modo giusto di fare BDSM fosse con un uomo dominante e una donna sottomessa, ma sottomessa davvero, fisicamente, mentalmente, […] un mondo di schiave e padroni, in cui non ci si ribella, in cui non si può essere in disaccordo, in cui la relazione non è manipolabile, ma la donna sì, anche troppo. Ho scoperto solo molto tempo dopo che poteva non essere così. Che il fatto che mi piacesse sia subire che infliggere dolore non era sbagliato.»

Esiste ancora un’enorme quantità di falsi miti di questo tipo legati alle pratiche BDSM, così come esistono tutta una serie di false analogie riguardo l’intera sfera della sessualità. I ruoli di genere vengono riportati nel sesso con le loro rispettive discriminazioni e dinamiche di potere e controllo.

Questo succede perché la rigidità delle narrative sessuali a cui siamo abituati ci vincola a una gamma ridotta di ruoli sessuali disponibili (racchiudibili nel binarismo uomo/attivo e donna/passivo), ruoli che ricalcano e derivano da quelli che ricopriamo socialmente.

Per fortuna siamo dotati di più immaginazione di così; il che ci permette, almeno a livello sessuale, attraverso pratiche alternative, di liberarci dalle restrizioni dei nostri ruoli sociali per contemplare nuove possibilità, rivestire nuove forme e dare espressione a impulsi differenti.

Mattia Varsalona (Lunar)

Così, nello scambiarsi i ruoli, la coppia diventa fluida; entrambɜ lɜ partner hanno la possibilità di esprimere parti contraddittorie di sé ed essere più fedeli alla complessità e pluralità di istinti che appartengono loro. Un uomo può essere sottomesso senza considerarsi meno uomo, una donna può assumere il controllo senza considerarsi meno donna, e tuttɜ possono scambiarsi i ruoli padrone-schiavo, liberɜ dalla dicotomia maschio-femmina, a seconda della loro volontà e del momento che stanno vivendo.

Perché in un rapporto paritario il controllo lascia il posto alla fiducia. Parte dell’esperienza erotica risiede proprio in quell’atto di “lasciarsi andare”, nel farsi chiudere gli occhi con una benda e affidare completamente il proprio corpo allə partner.

La chiave di tutto questo è la comunicazione, come in ogni questione che coinvolga l’intimità. Il BDSM è davvero un gioco da adulti in questo senso: richiede una maturità emotiva e una responsabilità che non tutti possiedono, e su cui bisogna lavorare, da solɜ e insieme.

«Assicuratevi che voi e il vostro partner abbiate discusso in modo amichevole e comprensivo le vostre intenzioni, i vostri bisogni e i vostri desideri (e anche i loro)», recita il blog di un nuovissimo e divertentissimo sito di sex toys, MaturoMaDuro, per incoraggiare e informare i neofiti. «Assicuratevi di essere sulla stessa lunghezza d’onda e che i vostri confini siano stati stabiliti fin dall’inizio. Siate sempre sinceri e astenetevi dal giudicare i difetti del vostro partner.»

Che lo ammettiamo o meno, che ne siamo consapevoli o meno, siamo tuttɜ assoggettati al potere dello sguardo sociale, che esercita una pressione tale sulle nostre identità da plasmare persino i nostri atti sessuali. Ci raggiunge oltre i confini della nostra intimità, arrivando a spiarci attraverso la serratura della nostra camera da letto.

Praticare BDSM significa chiudere quello spioncino, svestirsi dei ruoli che ricopriamo alla luce del giorno, scambiarceli, giocarci ed evocare in quel buio le nostre vere pulsioni interiori. Significa sperimentare abbandonando i preconcetti, e sperimentando imparare a conoscere di più noi stessɜ e i nostri corpi.