Tatuaggimale non fa tatuaggi. O meglio, non fa tatuaggi a tutti quelli che glielo chiedono. Quello che fa Tatuaggimale è segnare, indelebilmente, un pensiero, una visione personale, un ricordo.

Giovanni è sia la mente che il braccio del suo progetto, del tutto personale, Tatuaggimale. Filmaker, riceve come regalo di compleanno una macchinetta per fare tatuaggi senza sapere bene cosa farsene. Lo capisce tempo dopo, trovando su un foglietto il compitino di un bambino di sei anni.

Malinconia, ironia, irriverenza, scritte sbilenche e mappe concettuali tremolanti compongono, in parte, il corpus visivo del progetto, che “non è per niente una cazzata, anzi”. La profondità di questo progetto l’ho sperimentata sulla mia pelle, anche se in senso metaforico.

Le risposte che Giovanni mi ha dato durante la nostra intervista, mi hanno fatto capire quanto la semplicità sia una cosa seria, e molto difficile. Pare che io sia riuscita nel rendere reale la sua celebre frase “Peggio di così non riesco” perché il mio voler strafare mi ha portato a fare degli scivoloni e Tatuaggimale, con la sua penna, ha saputo rimettermi al mio posto.

L’intervista che segue è pensata per rispettare l’immaginario visivo di Tatuaggimale: a domanda corrisponde, come risposta, una scritta su un foglietto. A me piace definirla una poesia.

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Ho letto su alcune interviste che hai fatto nell’ultimo anno che tu non sei, in realtà, tatuatore e che Tatuaggimale non è uno studio di tatuaggi. Cosa pensa, quindi, dei tatuaggi e di chi si tatua?

Compaiono, tra i pensieri di Tatuaggimale, alcune frasi che ricordano i primi goffi approcci con le relazioni sentimentali. Le caselle che si dovevano barrare alle elementari, scritte su un foglio lanciato sul banco del compagno desiderato; le frasi quando si limona pesante, ma da ubriachi pesti… cosa pensi dell’amore?

E della nostalgia?

Tatuaggimale è sempre sul pezzo: ci sono tante riflessioni sull’attualità. Ti indico una triade: Trump – Covid – Razzismo

Se dovessi mettere nero su bianco il flusso dei tuoi pensieri, come si muovono, come si incastrano, dove vogliono scappare, cosa faresti? Come te lo immagini?

La sincerità paga?

Una domanda seria, ora: molte parole, all’interno dei lavori di Tatuaggimale, sono cancellate. Quanto valore hanno queste barrature? Sono la chiave di lettura di tutto, ovvero la possibilità di cambiare strada, pensiero, emozioni? Di tornare indietro?

Se io volessi un tuo tatuaggio, me lo faresti?

P.S. La brutalità dell’ultima risposta è stata ampiamente compensata da una bellissima suggestione che Giovanni mi ha scritto in privato. Cosa mi ha scritto, però, non lo saprete mai.