Il cubo di Rubik è riuscito a guadagnarsi l’ambìto aggettivo di “iconico”. La sua semplicità, la sua naturale eleganza, la sua intrinseca complessità hanno appassionato il mondo intero dal 1974.

Ne esistono varianti di ogni tipo ed esistono anche trasposizioni più o meno riuscite del suo design, tutte accomunate dall’intento di rendere omaggio a qualcosa che resiste alla prova del tempo, soprattutto in un’epoca così poco analogica come potrebbe essere la nostra.

Obiettivo dichiarato di Invasione Creativa con il progetto di Rubook è proprio questo: omaggiare il mito con qualcosa di adatto e di coerente che ne sottolinei le peculiarità formali per cui è diventato quello che tutti conosciamo.

Rubook è infatti una libreria che sfrutta parte del meccanismo del cubo di Rubik per portare nell’arredo nuove soluzioni di design. È un mobile, realmente “mobile”, che deve essere mosso, ruotato, aggiustato per trovare la sua identità. Non è fatto per stare fermo.

Oltre a questo, il lavoro sul naming è stato un altro importante tassello per il progetto di Edoardo Santamato e Benedetto Papi (i due designer): l’idea è che avesse il più possibile attinenza con il nome originario “Rubik”, ma che al contempo fosse qualcosa di diverso e autonomo, che avesse, insomma, una propria dignità. Ecco perché “Rubook” è parsa la soluzione migliore e più coerente per abbracciare il mito e sottolinearne lo spirito giocoso e ironico.

Tre piani orizzontali girevoli, permettono di modificarne l’aspetto della libreria ogni volta che lo si vuole, dando l’opportunità di risolvere il celebre rompicapo nel proprio salotto. Alcuni dei cubi della struttura sono cavi e si trasformano in perfetti ripiani d’appoggio per qualsiasi oggetto si desideri. Libri compresi. La modularità di Rubook non sta nelle parti di cui è composta, ma nelle svariate opzioni di composizione che si possono attuare ruotandone i piani.

In un’epoca dove nulla deve restare immobile, ecco un mobile che fa della mobilità il suo più grande punto di forza.