Ha talento e voglia di fare. La moda è totalizzante in ogni sua scelta e ha le idee chiare. A soli 23 anni Benedetta Cateni affronta la macchina da cucire e la ricerca dei materiali come una sfida: sa cosa vuole e, soprattutto, sa cosa indosserebbe il suo potenziale pubblico.

Fashion designer neo diplomata al Polimoda Fashion Institute di Firenze, pisana d’origine. Attenta e scrupolosa osservatrice, ribalta le tradizioni culturali e cinematografiche per ottenere uno stile aperto alle innovazioni, lontano dalla convenzionalità.
Vanta la presentazione della propria linea di moda presso  il selezionatissimo Pitti Immagine, salone internazionale della moda e trampolino di lancio per molti giovani emergenti che hanno voglia di fare. Indiscutibile vetrina in cui si riuniscono buyer, stilisti e influencer di fama mondiale.
La storia di questa ragazza ha radici ben più profonde.  Benedetta è cresciuta e ha sviluppato un amore irrefrenabile per la moda, i capi d’abbigliamento e la loro realtà nella storica boutique  di famiglia, “Divo”.

Tornata da poche settimane in Italia, da quando è partita per New York per inseguire l’occasione della vita, uno stage presso la famosa casa di moda Alexander Wang, stilista di fama mondiale classe 1983.

“Ricevere la loro telefonata è stata un emozione unica, volevo viaggiare, non avevo paura di lasciare tutto. Le mie radici sono qui dov’è la mia famiglia e mi seguiranno ovunque” racconta Benedetta.

Da dove parte la tua idea di moda, le tue idee e la visione della realtà che riporti nelle tue creazioni?
Parte tutto da qui, dove sono cresciuta. Ho la fortuna, non solo di toccare con mano le creazioni dei grandi stilisti, ma anche di avere una visione commerciale. Sono fortunata, grazie alla boutique di famiglia sono in grado di rischiare fino al punto di restare nel “commerciabile”, capire fin dove le clienti, le persone, sono capaci di osare e indossare. Il genio artistico di un designer talvolta rischia di essere troppo eccessivo e non compreso. La moda è fatta per essere indossata .

Seppur giovane ti presenti con un curriculum notevole. Qual è stato il momento in cui hai capito che quello che facevi era giusto e poteva piacere?
Sicuramente quando ho esposto le mie creazioni a Pitti Immagine a Firenze, lo scorso giugno. Ho capito che tutta la mia ricerca aveva un senso, che la mia tenacia mi stava pian piano ripagando delle notti passate a cucire, scucire e ripartire da zero. Non mi accontento mai, sono una perfezionista!
Anche dopo il diploma ho aspettato tre mesi per poi essere chiamata da Alexander Wang, non volevo restare dove sono cresciuta, dovevo e devo allargare i miei orizzonti. A New York gli stagisti devono essere pronti a fare qualsiasi cosa, è stato bello lavorare con un team in linea con le tue aspirazioni. All’interno di un brand così importante mettere mano a progetti che andranno in produzione a livello internazionale è una grande soddisfazione.

 “Riassumici in poche parole il tuo stile. A cosa si ispirano le tue creazioni?”
Il tutto si basa sulle mie passioni.  Amo “Via col Vento” e mi sono focalizzata sulla scrittrice Margaret Mitchell: donna straordinariamente forte, il mio ideale di personalità e sicurezza degli anni 20-30. Prendere come icona Rossella O’Hara è scontato! Da  quì ho ripreso le forme e le linee dritte delle  giocatrici di golf , passione che coltivo insieme a mio padre da anni.
Ho studiato la sua opera e ho notato la presenza di molti personaggi e attori africani provenienti da una tribù in cui ogni capo era un patchwork di centinaia di micro pezzi che andavano a creare un puzzle meraviglioso. Un mix di sportswear, il mio stile quotidiano, e storia che disegno con uno stile tutto mio. Il tratto della mia matita è buffo, quasi grottesco, molto divertente.

“Quanto incide la ricerca dei materiali nelle tue realizzazioni?”
È Fondamentale! Mi piace sconvolgere le consuetudini e creare capi dal taglio vintage con materiali diversi: come i pantaloni “grossi” che seguono lo swing della donna, farli di chiffon sarebbe stato banale! Ho usato la pelle, leggera, senza cuciture. Si tratta di prendere metri di materiale e lavorarci finché non raggiunge lo spessore di 2 o 3 millimetri. Un lungo lavoro ma volevo un risultato perfettamente in linea con ciò che avevo pensato sin dall’inizio. Fortunatamente intorno alle zone del pisano abbiamo pelletterie eccezionali, sono stati tutti molto disponibili di fronte alle mie richieste alquanto insolite.
E’ una sfida continua, amo quello che sto facendo.

Adesso che è tornata dalla Grande Mela è di nuovo alla ricerca dell’occasione da non farsi sfuggire, quella che la soddisfa tra le molte già ricevute. Non esclude l’Italia, centro nevralgico della moda, sia come tappa intermedia che finale. Ci sono ancora tanti posti da scoprire, culture da conoscere e ispirazioni da cogliere prima di fermarsi in un posto.

Alla sua età questo enorme carico di progetti e responsabilità possono far paura ma lei stessa si stupisce di quanto l’esperienze possono cambiare una persona.
È determinata e sicura: una Margaret Mitchell contemporanea, un vulcano di progetti, parole e soprattutto fatti! Una giovane che ci darà grandi soddisfazioni.

 

Photographer: Guglielmo Profeti