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Emira M’sakni è Founder, Editor In Chief e Creative Director di Spaghettimag. Nato per raccontare tutto ciò che di bello ci circonda.

Emira, parlaci di te e della storia di Spaghettimag. Come si è evoluto questo progetto?

Sono nata a Tunisi, una città meravigliosa, piena di métissage. Sono cresciuta in una famiglia molto estroversa, piena di cultura e allegria. Piena di amici con origini, religioni e culture diverse.

Questa mentalità aperta a 360 gradi mi ha insegnato, fin da piccola, a confrontarmi e mettermi sempre in discussione. Questa mescolanza ha influito sulla formazione del mio carattere e della mia personalità e, soprattutto, sul mio percorso professionale.

Sono venuta in Italia a 17 anni: tunisina di origini e romana per adozione. Ho studiato Scienze Politiche e Relazioni Internazionali perché ho sempre avuto un profondo interesse per la politica estera e gli “intrighi” internazionali. Insieme a questo, è sempre stata insita nel mio animo anche una forte passione per la moda, l’arte, il lifestyle. Ho continuato il mio percorso di studi con un master in Non Conventional Marketing e un’altro in Direzione Strategica e Creativa di Comunicazione e Pubblicità. Seguiti da una serie di corsi di formazione in base allo sviluppo della mia carriera.

Penso di aver sempre custodito dentro di me il desiderio di voler creare un magazine. É un’idea che è sempre stata tra le mie corde. Un paio di anni fa, durante i vari traslochi, ho trovato un mio quaderno delle elementari con ritagli di giornali, scritte, titoli. Nell’estate 2012 ho avuto un’intuizione: creare un blog che parlasse di bellezza. A dire il vero doveva essere un blog che parlava di ciò che io vedevo di bello e magico nelle persone, al di là dell’estetica. Ne parlai al mio fidanzato (all’epoca collaboravo nella sua agenzia di comunicazione, oggi è diventato mio marito) davanti a un caffè di confronto sulle tendenze del momento. Era il momento dei blog, dei primi influencer, dei loro primi passi nella moda e nel mondo digital. Non so come quest’idea si sia poi trasformata in Spaghettimag, un progetto bellissimo e tanto impegnativo.


Cosa significa Napoli per Emira e per Spaghettimag?


Mi sono trasferita a Napoli alla fine del 2013. In quel momento lavoravo come consulente di Social Media Marketing. I clienti aumentavano e gestirli a distanza iniziava a essere complicato. Così sono diventata napoletana di acquisizione. Ho fortemente voluto la sede di Spaghettimag a Napoli, nonostante abbia vissuto in tante altre città. Milano, Parigi, Roma: ognuna mi ha dato opportunità diverse.

Credo fortemente nella città di Napoli. È una città piena di creatività, in continua evoluzione. Se hai qualcosa da raccontare ti permette di raccontarlo. Se sei bravo diventi eccellente perché da l’opportunità di esprimersi. Non è possibile farlo in tutte le città. Napoli ti arricchisce ogni giorno. Ha un’umanità unica, un approccio diverso, un’evoluzione velocissima giorno dopo giorno.

Anche se fa fatica ad emergere, è una città con miliardi di aspetti positivi. Tantissimi settori promettenti, dal cinema, alla moda, al food. Un immenso patrimonio culturale e umano.

Qual è il valore aggiunto di Spaghettimag? Cosa significa il suo nome?


Il nome Spaghettimag nasce dal mio grande amore per gli spaghetti. Un cibo pieno di storia, la cui origine è contesa da arabi, italiani e cinesi. Anche i significati delle due parole “spa” e “ghetti” sono molto profondi e possono avere libera interpretazione. Mettere insieme questi mondi diventa il valore aggiunto di Spaghettimag. Negli anni abbiamo bruciato le tappe con impegno e tenacia, conquistando una posizione importante a livello nazionale e internazionale. Provo a metterci dentro tutta la mia competenza, tutte le mie relazioni. Spaghettimag non è solo un magazine indipendente, ma una palestra per esprimersi. Uno spazio che accoglie tutti, artisti di fama mondiale e artisti emergenti. Amo dare spazio per esprimersi. Penso sia giusto fare così. Ho la fortuna di esprimermi e voglio dare la stessa opportunità a tutti.

Il valore aggiunto è il nostro métissage. Dentro Spaghettimag ci sono le mie origini. C’è il mondo arabo raccontato sotto altre forme, da altri punti di vista. È una realtà che non si conosce davvero.

Alcuni anni fa Farida Khelfa è stata una nostra cover. Modella di fama mondiale, musa di tantissimi designer di alta moda da Alaïa a Louboutin, a Jean Paul Goude. Quasi nessuno sa che è araba di origini algerine. Abbiamo avuto tantissimi artisti che avevano tanto da raccontare in lingua araba, ma nessuno bada a questa origine, che secondo me è fondamentale. È la chiave del loro estro creativo. Ho sempre voluto raccontarla e spingere in quella parte di mondo bellissima, creativa e molto ricca di cultura.

Aggiungo sempre un po’ di “napoletanità” in ogni numero di Spaghettimag. Ci metto tanto anche di moda, di arte, di design. C’è una mescolanza di origini e di arti che è raro trovare in un solo contenitore. Sì, è questo il nostro valore aggiunto. Essere così eclettici e raccontare tutto in una sola edizione.


Dalla scelta della copertina ai contenuti: raccontaci il percorso creativo dietro un numero di Spaghettimag. Qual è la sua mission?


Tutto nasce da una mia idea. Da un’intuizione improvvisa che affiora guardando un film, un oggetto, leggendo un libro, sfogliando una rivista. Mi può ispirare anche una singola parola. Ho deciso di fare un numero sul caffè, sul cioccolato, sull’amore, sulla bellezza, sul métissage, sulla nuova vita sociale a cui ci ha costretto la pandemia.

Tutto nasce da un momento che vivo. Da lì costruisco il progetto e individuo dei personaggi che secondo me sono vicini a quell’idea e possono starci bene dentro. Poi insieme al mio meraviglioso team realizziamo ogni numero. Pagina dopo pagina, dettaglio dopo dettaglio.

La mission di Spaghettimag è comunicare il métissage, la mescolanza di culture. Essere sempre un foglio bianco da riempire. Non solo attraverso le mie idee, ma con la visione di tutti racchiusa in un progetto. Mettere insieme tante persone di origini, professioni, attitudini diverse e raccontarle sotto un unico fil rouge.

La mission resterà sempre questa. Ci poniamo un obiettivo importante e difficile allo stesso tempo. Se proseguiamo su questa strada penso che riusciremo a raggiungerlo!

Cosa distingue l’edizione cartacea dalla piattaforma digital di
Spaghettimag?


Spaghettimag nasce con la prerogativa di raccontare tutto ciò che di bello ci circonda. La parte digital è più fresca, più veloce, quella in cui diamo spazio a tutti. Qui raccontiamo tutto con un’attenzione particolare all’attualità. Siamo sempre sul pezzo e cerchiamo di trattare tutte le tematiche del momento. Essendo una giovane redazione indipendente, non è facile coprire così tanti argomenti.

L’edizione stampata è una ciliegina sulla torta, qualcosa da collezionare. La mia casa è piena di libri riviste, mi piace arredarla con riviste e book da collezione perché considero la lettura molto importante nella mia vita. Perciò abbiamo deciso di realizzare anche l’edizione cartacea del magazine, con un occhio diverso e senza tempo.

Mi piace chiamare il nostro magazine “book da collezione”. Un insieme di emozioni tradotte su carta. Tutto quello che raccontiamo non ha scadenza, non è legato a un momento solo, a una notizia, a un avvenimento. Puntiamo a realizzare un magazine che resta nel tempo.

La versione cartacea è anche molto più impegnativa e costosa. È bene dare rilievo agli investimenti che facciamo perché la carta stampata costa veramente tanta fatica.

Le due versioni di Spaghettimag seguono due percorsi distinti. I contenuti sono diversi, ma non troppo lontani. Tanti progetti nascono sulla versione stampata e poi li portiamo anche sul digital. Diventano amici di redazione, che continuiamo a raccontare, a coccolare sul web. C’è sempre un
fil rouge che li unisce, ma restano due contenuti, due momenti e due gruppi di lavoro diversi.
Il digital non si ferma mai e la carta stampata ha un mese di pausa, il mese di uscita. La piattaforma digital è quotidiana con le news, i trend, i personaggi del momento, gli argomenti di attualità. Mentre la carta stampata vive di argomenti più complessi e ampi da raccontare. C’è un forte impegno da parte di tutta la redazione a creare contenuti importanti.

Senza mai tralasciare il lavoro di traduzione. È importantissimo per noi parlare dello stesso argomento trasversale in lingue diverse. Italiano, inglese e arabo. Esiste Vogue Arabia, Vogue Italia, ma di Spaghettimag ne esiste solo uno. Ai lettori dell’edizione cartacea diamo l’opportunità di leggere gli stessi argomenti nella lingua che preferisce. Nella parte digital usiamo inglese e italiano per una questione di velocità nella creazione dei contenuti.


Quanto contano il coraggio e il lavoro di squadra nel successo di un
progetto editoriale?


Il coraggio è l’ingrediente principale. Coraggiosi sono stati i miei editori, Gianluca Trebbi e Giulio Cacciapuoti, che hanno creduto nel progetto senza mai metterlo in dubbio, nonostante tante difficoltà. Apprezzo e ringrazio loro come imprenditori, che investono in un progetto editoriale così complesso e che mi supportano sempre. Apprezzo il mio coraggio di osare perché oggi non è facile realizzare e vendere una rivista internazionale.

Il lavoro di squadra è fondamentale. È l’essenza di un progetto editoriale. Da soli non si va da nessuna parte. Una squadra che funziona rende un’idea vincente.

Spaghettimag è redatto in tre lingue e diffuso anche all’estero. Quanto
vale, oggi, puntare al panorama internazionale?


Assolutamente il mille per cento. Oggi, se non guardiamo il mondo in un’ottica globale abbiamo già perso in partenza. Per me è fondamentale avere un approccio internazionale. Proprio per esprimere questo suo animo internazionale, Spaghettimag è redatto in italiano, inglese e arabo. La scelta di utilizzare l’arabo è stata un’idea di Gianluca Trebbi. All’inizio ero restia perché pensavo alla mole di impegno che ci vuole per tradurre in arabo un intero magazine.

Parlare in arabo, secondo me, vuol dire parlare a una fetta importante del mondo. Parlare in inglese significa parlare a tutto il mondo. Senza mai tralasciare l’origine, il punto di partenza di Spaghettimag che è l’Italia. Ecco perché è realizzato in tre lingue.



Il futuro di Spaghettimag e i sogni di Emira…

Spero che Spaghettimag diventi sempre più internazionale, sempre più métissage. Sempre più persone e realtà stupende da raccontare. Spero in un posizionamento ancora più importante a livello internazionale.

Oggi siamo presenti da Armani Libri, 10 Corso Como e in una serie di librerie indipendenti. Siamo ben posizionati anche su siti web specializzati nella vendita di riviste a livello mondiale. Per me sono grandi successi perché acquistare Spaghettimag, un magazine così grande, così pieno di contenuti e scritto in tante lingue, significa essere un cultore. Una persona appassionata della carta stampata.

Non posso rivelare tutti i miei sogni, altrimenti non si realizzano. Da buona napoletana acquisti e tunisina doc sono scaramantica. Desidero sicuramente un mondo più bello. Non intendo la bellezza nella forma estetica e fisica. Intendo la bellezza dell’anima. Quell’empatia che oggi stiamo perdendo a causa della frenesia quotidiana. Essendo una persona molto empatica, spesso non riscontro questo atteggiamento nelle persone.

Uno dei miei sogni è camminare più adagio e godermi tutto quello che c’è durante il percorso. Spero che questo succeda anche nel mondo. Ci sono talmente tante belle persone e cose da osservare e raccontare che è sprecato vederle di corsa e non poterle assaporare. Questo è ciò che mi auguro e che auguro a Spaghettimag. Nasce con quest’anima e spero che continueremo sempre ad esprimerla.

Amo la parola empatia. Concordo pienamente con chi ha detto che l’empatia salverà il mondo. Spero che diventeremo tutti più belli dentro, più empatici. Meno veloci, meno di corsa e imparare a goderci ogni momento.