Metello Bonanno, Metcalfa, si avvicina al panorama musicale come batterista jazz per poi legarsi alla musica elettronica, sua grande passione che lo porta nel 2018 a definire il suo stile personale come “Hybrid Music”.

Questo si delinea attraverso una fusione tra gli strumenti più avanzati a nostra disposizione e lo strumento più primordiale che conosciamo: le percussioni. Si muove, quindi, fra tradizione e modernità, fra i suoni digitali e quelli più reali, servendosi del pianoforte nelle fasi di scrittura dei suoi pezzi.

Ascoltando Siolence di Metcalfa…

Mi hanno appena scattato una foto. Il click dell’obiettivo. Mi sono fermata e insieme a me tutto il resto intorno. La foto sviluppata in cartaceo avrà il mio stesso volto? Metcalfa è quel suono, quel click. Un attimo di angoscia e il dubbio sul risultato. I suoni di Metcalfa, nome d’arte di secolo Bonanno, sono un fermo immagine. Una fusione di generi, l’elettronica mista ad un’incessante percussione. L’album Siolence suscita la sensazione di una notte estiva, quella del fruscio del vento fra le piante, l’aria fresca nel buio circostante, il silenzio che circonda ogni cosa ed isola i pensieri. Il brano Missing sembra rievocare un sentimento di “mancanza”. C’è un vuoto nella melodia, un non definito e, probabilmente, è proprio questo l’obiettivo di Metcalfa: lasciare che ogni singolo ascoltatore crei un’immagine personale del fermo, che ognuno possa vedere in quel pentagramma la propria storia.

Metcalfa