Guido Astolfi è il vincitore della categoria Grafica alla Biennale d’Arte Emergente – Marte Live ’17.

Cresciuto con le storie notturne dei fratelli Grimm, con i suoi disegni vuole rappresentare il suo sentiero comunicativo relativo la sua realtà urbana.
Conosciamo meglio Guido Astolfi.

Ciao Guido, qual è stato il tuo percorso prima di arrivare a Marte Live?
Ciao Simone!
Questi anni mi sono dedicato molto all’illustrazione cercando di sviluppare uno stile personale. Ho frequentato illustrazione presso lo IED di Roma, per poi completare il mio percorso a Milano con un master che mi ha permesso di sviluppare una conoscenza approfondita della materia.

Sul tuo sito si legge che disegni da quando sei in grado di tenere una matita in mano, qual è stato il momento in cui hai deciso di approcciarti alla grafica in maniera professionale?
Ho sempre avuto le idee molto chiare sul mio futuro.
Quando ero un ragazzino ho iniziato a esprimere le mie idee con i graffiti, passando pomeriggi e nottate in giro per Roma.
Una volta terminati gli studi scientifici ho deciso di iscrivermi ad una scuola che mi permettesse di imparare quello che fin ad allora avevo fatto da autodidatta.
Ho proseguito il mio percorso impegnandomi e studiando, accompagnato sempre dalla passione e dalla voglia di fare.
Le cose non sono cambiate molto a 25 anni, continuo a fare quello che mi piace impegnandomi a pieno ed ottenendo anche qualche soddisfazione.

 

Come bilanci il disegno digitale con quello a mano e qual è il tuo metodo di lavoro?
In passato realizzavo lavori su carta, per poi trasportarli in digitale. Negli ultimi anni invece, ho migliorato la mia tecnica eliminando alcuni processi e migliorandone altri. Per una questione di tempistiche le bozze dei lavori sono tutte in digitale eliminando completamente il processo cartaceo.
Il disegno su carta lo lascio per momenti intimi, solo miei, in cui posso esprimere me stesso al cento percento senza pressioni esterne.

 

C’è qualche artista in particolare a cui ti ispiri?
Riccardo Mannelli è uno dei primi artisti che mi ha influenzato grazie alla sua capacità di rappresentare l’ iper-realismo e per la sua sintesi;
Sergio Toppi è un altro grande artista per le sue composizioni e la caratterizzazione dei personaggi.
Alphonse Mucha per la sua grafica e la sua pulizia nel colore.
Edward Hopper un maestro per le sue atmosfere cinematografiche.
E per concludere Ferenc Pinter, che dire di lui, i suoi lavori parlano meglio delle mie parole.

 

A MArteLive ti sei presentato con un progetto che parla di infanzia, ingenuità, amore e delirio. Quanto c’è di autobiografico nel tuo lavoro?
I miei lavori sono estremamente autobiografici, tutto nasce dalle mie esperienze quotidiane dai tempi dell’infanzia ad oggi. All’interno dei miei lavori inserisco citazioni di diverso genere, dalla letteratura al cinema, dalla fotografia al teatro.
Tutto ciò che vedo e vivo finisce inevitabilmente nel miei lavori.

 

Noto è il fumetto fatto in collaborazione con Lorenzo Cotellacci “ KamaSmart”, un’ idea definita da molti geniale. Ci sono altri progetti per il futuro?
Lavorare su Kamasmart è stata un’esperienza unica che mi ha dato la possibilità di vivere bei momenti e conoscere tante persone in giro per l’Italia.
Lorenzo Coltellacci oltre ad essere un collaborare è un caro amico, con la realizzazione di questo progetto abbiamo avuto modo di approfondire vari aspetti della nostra amicizia e stimolarci a vicenda. Ultimamente entrambi siamo impegnati su vari progetti ma le nostre strade potrebbero incrociarsi di nuovo.

 

The WalkMan ha come obiettivo quello di scovare e mettere in luce giovani talenti ed artisti che credono nelle proprie idee. Cosa consigli a chi, come te, ha deciso di investire la propria vita nella creatività?
Quello che ho fatto e che continuo a fare è studiare e lavorare ogni giorno.
Con Instagram riesco a diffondere il mio linguaggio creativo riuscendo ad ottenere un seguito e commissioni di diverso genere.
Il mio obiettivo è quello di ottenere sempre di più e di vivere facendo quello che più amo, è tutto quello che mi importa.

 

Guido Astolfi Guido Astolfi Guido Astolfi