10b Photography presenta la terza edizione di Garbatella IMAGES. Protagonisti di questa edizione della mostra, dal 3 al 18 ottobre, le fotografie di Bénédicte Kurzen e Claudia Corrent, il cortometraggio di Gherardo Gossi e Francesco Zizola, e i laboratori educativi sull’immagine per i giovani abitanti del quartiere.

L’iniziativa è parte del programma Estate Romana 2020 promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale. Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2020 – 2021 – 2022” e fa parte di Romarama, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale in collaborazione con SIAE.

Dopo il successo delle prime due edizioni, torna Garbatella IMAGES con una nuova edizione che si inserisce in un progetto triennale dal titolo Memoria tra Passato, Presente e Futuro. Prosegue quindi la riflessione sulla storia custodita dalla Garbatella e sulle sue potenzialità attraverso un lavoro di ricerca e riscoperta di immagini degli archivi privati degli abitanti del quartiere e la produzione di nuove opere fotografiche di artisti di fama nazionale e internazionale quali Bénédicte Kurzen e Claudia Corrent.
A questi due momenti si affianca una sezione cinema con la realizzazione di un cortometraggio firmato da Gherardo Gossi e Francesco Zizola, primo episodio di una trilogia. Anche per questa edizione saranno presenti materiali audiovisivo di archivio per riscoprire aneddoti, storie collettive e narrazioni del quartiere grazie ad una approfondita ricerca del team curatoriale.

Garbatella IMAGES inaugura questa nuova edizione proprio attraverso una ricerca sul tempo. Architetture eleganti e natura rigogliosa. Quartiere storico, sorto nei primi anni del Novecento, una città nella città, una borgata già modello di architettura e urbanistica: uno degli esempi più noti di città giardino. Garbatella, nel febbraio 2020, ha festeggiato 100 anni, ricorrenza che vede un intero quartiere riscoprire il proprio paesaggio e gli eventi privati e collettivi che lo hanno segnato.

Per questa terza edizione del progetto e pensando alle successive due, ho chiesto agli artisti coinvolti di rileggere “Le città Invisibili” di Italo Calvino per cercare di stimolare la creazione di opere che contengano le migliori riflessioni su questo quartiere dalla storia così particolare.
Perché non solo di documenti è fatta la città secondo Calvino, ma “di relazioni tra le misure del suo spazio e gli avvenimenti del suo passato”.  Consapevole che l’arte sia una delle migliori bussole per intravedere nelle città “quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.

Francesco Zizola