Un film cult è l’immagine di una generazione. Un’icona sociale che continua negli anni ad educare ed essere elemento imprescindibile per la propria cultura

Cos’è un film cult? A questa domanda è difficile poter rispondere con pura oggettività. Lo si può definire come un’opera che rimane viva nel tempo. Che nonostante gli anni passino non smette di emozionare e di stupire il pubblico.

È la rappresentazione di come un film diventa icona popolare. Di esempi nella storia del cinema ce ne sono a migliaia: Fight club o Il grande Lebownsky per citarne alcuni. Non esiste un parametro per definire ciò che è o non è un film cult. L’unico criterio è il tempo.

L’affezionarsi di fans che continuano a guardare un film come una costante novità è l’indice per comprendere come questo si radica profondamente nella cultura di massa. Le citazioni si sprecano, le immagini si moltiplicano e le proiezioni diventano un vero e proprio ritrovo.

 

Pulp Fiction di Tarantino
Pulp Fiction di Tarantino
Shining di Kubrick
Shining di Kubrick
Frankenstein Junior di Brooks
Frankenstein Junior di Brooks
Apocalypse Now di Coppola
Apocalypse Now di Coppola
The Rocky Horror Picture Show di Sharman
The Rocky Horror Picture Show di Sharman

Pulp Fiction

Il capolavoro di Tarantino, girato nel 1994, è l’emblema di ciò che si può definire un film cult. Zucchino e Coniglietta mettono in atto una rapina in una caffetteria, Jules e Vincent che, dopo aver recuperato una misteriosa valigetta, devono ripulire la macchina dal cadavere di un spacciatore erroneamente ucciso, Vincent che porta fuori per una serata la moglie del suo capo Marsellus Wallace ed infine il pugile Butch che, da accordi con Marsellus, doveva truccare il suo incontro, ma decide di non farlo. Tutte storie che s’intrecciano intelligentemente fra di loro. È un insieme di citazioni che creano un’opera sensazionale. L’assenza di una certezza temporale, i discorsi rapidi e magnetici e il mix tra l’illegale e l’immorale rendono unica questa pellicola. Immortale è la scena dove Vicent e Mia ballano a ritmo di “You never can tellChuck Berry.

Shining

Un film cult molte volte ha un enorme successo solo dopo molti anni, risultando alla sua uscita un flop. Questa è stata la storia di Shining di Stanley Kubrick, tratto dall’omino romanzo di Stephen King. Jack, uno scrittore in cerca dell’ispirazione accetta il lavoro di custode nello sperduto Overlook Hotel insieme alla sua famiglia. Eppure l’hotel non è così calmo e tranquillo come sembra. Gli spiriti che lo infestano porteranno Jack alla pazzia e a mettere in pericolo la famiglia. L’unico a capire quello che sta succedendo è il piccolo Danny, il quale possiede il potere della “luccicanza”. L’abilità che rende unico questo film è il lavorare sulla tensione e sulla paura nel subconscio dello spettatore. Un horror senza essere violento o splatter. Rimarrà eterna l’espressione folle di Jack Nicholson mentre sfonda la porta del bagno e urla “sono il lupo cattivo”.

Frankestein Junior

Il genio di Mel Brooks, in collaborazione con Gene Wilder, si sprigiona senza freni in quello che è una pietra miliare del cinema. Il giovane Frankestein (da pronunciare Frankestin) è un famoso medico e professore universitario. Ereditato un castello da un suo parente, rilegge dei vecchi appunti su come ridare vita ad un morto, fino a convincersi che “SI – PUÒ – FARE”. Dunque trafuga un corpo ed un cervello anormale e crea il suo mostro, ma dall’animo docile e gentile. Le sembianze spaventose e i problemi a comunicare lo porteranno nei guai fino a costringere Frankestein a correggerlo. Il vero e proprio genio è stato ricreare lo stesso clima del Frankestein di Whale del 1931. Il bianco e nero, l’uso maniacale delle colonne sonore e la ricostruzione precisa dello stesso scenario creano un doppio effetto umoristico insieme alle battute ed ai giochi di parole.

Apocalypse Now

Francis Ford Coppola, oltre al Padrino, è stato autore di un vero e proprio cult sulla guerra. Il capitano Willard viene incaricato di trovare ed eliminare il colonnello Kurtz, impazzito ed intento a combattere una guerra personale fra il Vietnam e la Cambogia. William risalendo il fiume, per arrivare al colonnello, si ritrova in un mondo surreale e folle. Raid aerei, battaglie con il napal e ufficiali che fanno surf, tormenteranno il viaggio del capitano che troverà il colonnello, barricatosi in mezzo alla natura circondato da indigeni. Un percorso folle tra veri e propri gironi dal sapore di un inferno dantesco. Punto focale è l’analisi sull’uomo, riassunta nel famoso brocardo latino “mors tua, vita mea”(morte tua, vita mia). Sensazionale, inoltre, è la scena dei colpi di mitra durante un attacco con gli elicotteri accompagnata in sottofondo dalla “Cavalcata delle valchirie” di Wagner. Violenza ed ironia in un’unica scena.

Rocky Horror Picture Show

Questo è un altro esempio di come il tempo renda giustizia. Portato sul grande schermo da Jim Sharman è stato da subito rivoluzionario per i suoi temi di natura sessuale. Brad e Janet, a causa di guasto alla macchina, si perdono in un bosco sotto un diluvio. Chiedono dunque aiuto ad un castello vicino in procinto di ospitare l’Annuale Convegno Transilvano. Una volta dentro, finiscono per diventare ostaggi dell’ambiguo Frank-N-Furter. Scoprono che il dolce travestito è intento a realizzare un bizzarro esperimento: dare la vita al bellissimo e muscoloso Rocky Horror per trasformarlo nel suo personale giocattolo del sesso. I giochi di contrato tra una mentalità puritana ed una più libera che accetta e vede naturali i piaceri della carne ne fanno un successo. Siamo davanti ad un film cult a 360 gradi che ancora oggi riunisce stormi di fan che si cimentano in veri e propri flash mob.

I film cult nel loro essere racchiudono molte volte lo stato d’animo di un periodo. Che sia il rifiuto della realtà od anche la denuncia di un problema, diviene molto più di un semplice insieme d’immagine, ma un urlo che squarcia i tempi senza morire mai.