Alice Rosati è una fotografa di moda italiana che non ha esitato a muoversi tra Atene, Madrid e Parigi, sperimentando il suo linguaggio.

Alice Rosati nasce nel 1985 e si appassiona alla fotografia fin da piccola, da quando suo padre, all’età di 4 anni, le regala la sua prima macchina fotografica. Da qui un salto che va al 2008 ad Atene, quando un suo amico le lascia usare il suo studio fotografico per i suoi progetti. Così si crea un primo portfolio da proporre alle redazioni di testate greche. Arriva a realizzare il suo primo editoriale, lavorando per Grazia e Madame Figaro. Da qui inizia la sua carriera nel mondo della fotografia di moda, si lega ad agenzie di rappresentanza in Italia, Spagna e Germania, girovagando, dopo Atene, tra Milano, Madrid e Parigi, dove attualmente vive.

paris-nightput4
ellegermania4

L’approccio di Alice Rosati ai suoi lavori è influenzato dalla sua concezione per cui nella fotografia di moda è fondamentale l’apporto di ogni persona che si trova sul set, il suo modus operandi infatti è particolarmente meticoloso, per cercare di ottenere il miglior risultato possibile da ogni elemento che contribuisce al lavoro finale. In questo modo si adatta allo spostamento che la rivoluzione digitale ha portato nel mondo della fotografia; come nel mondo dell’arte in generale, quando uno strumento diventa più fruibile per un profano, il nodo della produzione artistica si sposta dalla realizzazione al concetto. Il digitale ha reso la fotografia a portata di tutti, non richiedendo più la manualità tipica del lavoro in pellicola, specialmente in fase di sviluppo, sfruttando quindi questo scarto nella progettazione artistica, la fotografa italiana decide di concentrarsi sull’idea dietro alle sue foto, con l’intenzione di non realizzare semplicemente fotografie di moda, ma ritratti ai quali conferire una poetica personale, prendendo spunto da grandi fotografi di moda come Richard Avedon o Helmut Newton che riuscivano a plasmare attraverso un linguaggio personale i loro lavori, dando dignità artistica a un progetto che nasce a scopo commerciale.

chiesa-io-donna-

Per raggiungere questo scopo, il linguaggio di Alice Rosati si rifà alle immagini cinematografiche, influenzata dai grandi della Staged Photography, come Gregory Crewdson, utilizza luci continue sui suoi set e da alle immagini un rapporto d’immagine allungato, proprio come in un film, allo scopo di poter sfruttare il suo lavoro non solo per rappresentare dei capi, ma anche per raccontare una storia.

eye8