Una donna animale, che seduce nell’eleganza più assoluta, con grinta. Parliamo della donna che idealizza Alberto Zambelli nella sua nuova collezione. Nato e cresciuto tra Milano e lago di Garda, ottenuti due diplomi in moda (uno a Brescia e poi uno a Milano), e dopo aver collaborato con marchi importanti quali Versace, Exté e Dolce&Gabbana, arriva a creare una sua collezione, che stravolge la figura della donna nella moda.

Lo abbiamo intervistato per voi, esplorando la poetica del suo marchio. E’ la ricercatezza del dettaglio che fa la grande differenza e che completa e definisce il valore di un abito.

Prima di cominciare, parlaci della tua nuova collezione. Da cosa hai preso ispirazione per realizzarla e quale è il tipo di donna che vuoi rappresentare?
Nella nuova collezione AW 2015 la Femminilità trova il suo “Daimon” nelle forme antropomorfe della mantide, nel suo corpo quale formidabile strumento seduttivo, nella sublimazione estrema dell’eros assoluto. La proiezione ermeneutica, la traduzione della malia, dell’incanto, dell’inafferrabile potere di magnetica attrazione. E’ la favolosa metamorfosi, il preludio di una sequenza di immagini sottratte, segrete, intimissime dove lumine-scenti riverberi svaporano, nell’aniconica perdita di consistenza materica, in cerate trasparenti. La cognizione volumetrica è sensibile, lirica, crepuscolare, infiammata da irradianti bagliori di luce filtrata da minerali cristallini che definiscono mitologiche mantidi, sacerdotesse di un culto antico e misterioso. La donna Alberto Zambelli è raffinata e ironica, alla ricerca di capi esclusivi di alto livello.

Come nasce la collaborazione con Swarovski nella tua ultima collezione?
La collaborazione con Swarovski nella collezione AW 2015 si consolida e dà vita a sperimentazioni con nuovi soggetti e forme con l’utilizzo dei loro cristalli mantenendo nella decorazione,sia figurativa che geometrica,il mio stile minimal ed elegante.

Il tuo debutto risale al 2013. Quali sono stati gli step che hai affrontato per arrivare a lanciare la tua collezione?
Dal 2013 ad oggi il primo step è stato quello di creare un gruppo solido di partner a cui affidare le varie competenze. La struttura modellistica e di prototipi,una serie di tessuti e accessoristi che potessero soddisfare le mie esigenze senza avere troppi vincoli legati ai minimi produttivi. Ricamifici e stamperie che con il loro intervento contribuissero a personalizzare la collezione rendendola esclusiva. Lo step successivo è stato quello di trovare un partner adeguato per la comunicazione della collezione volto a darle la massima visibilità, attraverso i media e le presentazioni legate agli eventi fashion più importanti. L’ultimo step consiste nell’aver trovato Showroom dedicati alla distribuzione del mio brand sul mercato internazionale,posizionandolo adeguatamente nella fascia alta.

Le tue collaborazioni si estendono anche al mercato orientale. Come è lavorare in un continente diverso da quello europeo? Quanto sei influenzato dalla cultura e dalla società occidentale per la realizzazione di un prodotto che finirà in un mercato diverso?
Collaborare in collezioni per il mercato asiatico è per me,oggi,di grande stimolo e un confronto continuo di culture diverse che si attraggono e si contaminano. Il mercato asiatico ama moltissimo il gusto italiano e ne è affascinato non solo nell’ambito Fashion ma in tutto ciò che riguarda la nostra storia. Non mi pongo troppi limiti nel generare le collezioni in quanto rappresento il mio stile e lo fondo con una forte versatilità nel mercato Cinese e Giapponese,tenendo presenti le loro esigenze di coloriture e di modellistica.

Quanto ti ha segnato la partecipazione al “Fashion Incubator”? Quanto credi sia forte ed importante l’impegno delle grandi istituzioni (Camera Nazionale della Moda Italiana) per l’inserimento di giovani designer sul palcoscenico internazionale?
La partecipazione al Fashion Incubator è stata fondamentale per la creazione del mio brand e per avere l’adeguata visibilità durante la Fashion Week milanese e in altri eventi internazionali. Oggi è per me diventato fondamentale avere il supporto di diverse istituzioni che credano nella crescita di nuovi brand e ne facilitino il percorso attraverso concorsi ed eventi.

Cosa ha rappresentato la moda nella tua vita? Cosa ti ha permesso di fare e di conoscere? Quante rinunce hai dovuto fare per arrivare a punto in cui sei adesso?
La moda ha sempre rappresentato,per me, uno stimolo alla ricerca e alla conoscenza attraverso mondi paralleli come l’arte,la storia e il design. Mi ritengo un esploratore in continua evoluzione. Mi ha permesso,innanzi tutto,di viaggiare e di conoscere culture diverse aprendomi una finestra sul mondo. Rinunce molte,la vacanza,il momento di relax,la pausa…ma la rinuncia più grande è quella di dedicare poco tempo agli affetti che ritengo siano fondamentali nella vita di ogni persona.

Quale è il dettaglio su cui ti concentri maggiormente nella realizzazione di un tuo pezzo?
Il tipo di finitura di un capo: dal mio punto di vista, è la ricercatezza del dettaglio che fa la grande differenza e che completa e definisce il valore di un abito.

Quanto contano i volumi, i tagli, i materiali ed i colori dei capi che andranno a formare la tua collezione? Come li scegli?
Tutti questi elementi contano moltissimo nella realizzazione di una collezione ma la cosa che mi diverte di più è il lavoro di selezione di ognuno di essi attraverso la visione di un oggetto,di un film o la lettura di un libro che li accomuni nella storia della collezione.

Quale è stato il complimento più bello che ti sia mai stato fatto per le tue creazioni? Quale, invece, la critica più forte?
Il complimento più importante che mi è stato fatto è stato quello di essere riconoscibile per il mio stile minimal decorativo nelle diverse collezioni. La critica più costruttiva che mi è stata fatta in passato riguarda la mia vena poetica espressa con troppa enfasi. Oggi questa critica, legata ad una maggiore maturità e concretezza, è divenuta uno dei miei punti di forza.

Chi vuole diventare Alberto Zambelli un domani? Quali sono i progetti che hai in cantiere?
Vorrei sfilare durante Milano Moda Donna per avere maggiore visibilità e rafforzare la mia immagine nel lancio internazionale. In cantiere c’è il desiderio di creare, accanto alla collezione, una linea di accessori correlata che completi il total look della mia donna.

“The WalkMan” si pone come obiettivo quello di lasciare spazio e visibilità ai giovani talenti. Cosa ti senti di suggerire a chi ha deciso o sta decidendo di investire la propria vita nella creatività?
Di coltivare di giorno in giorno la propria creatività mantenendo il proprio stile con la giusta dose di umiltà e tenacia che sono,dal mio punto di vista,gli ingredienti essenziali per raggiungere i propri obbiettivi.

[divider]ENGLISH VERSION[/divider]

She is an animal-woman who seduces charmingly, aggressively. What we are dealing about is the woman Alberto Zambelliidealizes in his new collection. He is born and grown up between Milan and Lake Garda. After getting two degrees in fashion (one in Brescia and then one in Milan) and after collaborating with important brands like Versace, Exté and Dolce&Gabbana, he has managed to create his own collection, which shakes up the figure of the woman in fashion.

We interviewed him for you, exploring his brand poetics.

It is the details refinement to make the big difference and to complete and define the value of a dress.

Before starting, tell us about your new collection. What have you been inspired by to realize it? And what is the kind of woman you want to represent?

In the new AW 2015 collection, Femininity finds its own “Daimon” in mantis anthropomorphic forms, in its body as an amazing seductive tool, in the extreme sublimation of absolute eros. The hermeneutical projection, the translation of the magnetic attraction spell, enchantment, unreachable power. It is the fabulous metamorphosis, the prelude of a sequence of removed, secret, intimate images, where luminescent reverberations evaporate through the material consistency aniconic loss, through transparent oilskins. Volumetric perception is sensitive, lyrical, crepuscular, fired with radiating glows of light filtered by crystalline minerals which define mythological mantises, ancient and mysterious cult priestesses. Alberto Zambelli’s woman is polished and ironic, she is looking for exclusive high-level clothes.

How the collaboration with Swarovski has born in your latest collection?

Collaboration with Swarovski in the AW 2015 collection strengthens itself and gives life to experimentations with new subjects and forms using their crystals and keeping my minimal and elegant style in the decoration, both figurative and geometrical.

You started in 2013. Which steps did you have to face to get to launch your own collection?

From 2013 to today, the first step has been to create a solid group of partners to entrust with few tasks. I wanted the model-making and prototypes structure, fabric and accessories to satisfy my needs without being too much bound to production minimums. I needed embroiling and printing houses to contribute to personalize the collection making it exclusive with their work. Next step has been finding a suitable partner for communications. The aim was to give the collection the hugest visibility, both through the media and the presentations bound to the most important fashion events. Last step has been finding showrooms for distributing my brand on the international market, adequately putting it in the high band.

Your collaborations reach Eastern market too. How do you feel working in a continent different from the European one? How much have you been influenced by Western society culture in the realization of a product to end up in a different market?

To me, collaborating in collections for Eastern market is today a great stimulus and a continuous comparison between different cultures which attract and corrupt one another. Asian market loves the Italian taste so much and is fascinated not only by our Fashion, ma also by everything concerning our history. I do not draw too many lines in creating collections, since it is my style and I set it with great versatility in the Chinese and Japanese Market, bearing in mind their needs for colors and model-making.

How much has the participation in “Fashion Incubator” marked you? How strong and important do you think it is the big institutions (The National Chamber for Italian Fashion) commitment to putting young designers on international stage?

Taking part in Fashion Incubator has been fundamental to create my brand and to gain suitable visibility during Milanese Fashion Week and in other international events. Today it has become fundamental for me to be supported by several institutions which believe in new brands growth and facilitate the path through contests and events.

What has fashion meant in your life? What did it make you do and know? How many sacrifices did you have to make to get where you are now?

To me, fashion has always represented a spur on search and knowledge through parallel worlds like art, history and design. I think I am a constantly evolving explorer. First of all, it allowed me to travel and know different cultures thus opening a window on the World. I made a lot of sacrifices, like holidays, relaxing moments, the break… Anyway, the biggest sacrifice is to devote short time to my nearest and dearest that I think are fundamental in everyone’s life.

Which detail are you most focused on while realizing a piece of yours?

I focus on the garment kind of finish. In my opinion, it is the details refinement to make the big difference and to complete and define the value of a dress.

How important are the volumes, the cuts, the materials and the colors of the garments which will shape your collection? How do you choose them?

All these elements count a lot in the collection realization, but what I mostly enjoy doing is selecting them all through the vision of an object, a film or the reading of a book which associates them with the story of the collection itself.

Which has been the best compliment you have ever been paid on for your creations? When have you been criticized the harshest?

The most important compliment someone paid on me was to be recognizable for my collections minimal decorative style. The most important critique of the past was that I express my poetic vein with too much emphasis. Today this critique, bound to increased maturity and concreteness, has become one of my strong points.

Who wants to become Alberto Zambarelli tomorrow? Which projects do you have in progress?

I would like to walk the runway during Milan Woman Fashion in order to gain more visibility and reinforce my image on the international launch. I have the dream to create an line of accessories interrelated to my collection to complete my woman’s total look. That is what I have in the pipeline.

“The WalkMan” sets itself the aim to leave room and visibility to talented young people. What do you feel like suggesting to those who have decided or are deciding to invest their lives in creativity?

I would tell them to nurture their creativity day by day, maintaining their own style with the right share of humility and tenacity. I think those are the essential ingredients to reach our goals.

Traduzione a cura di Fabiola Lupo