Briony Douglas è un’artista visiva che spesso utilizza il corpo femminile all’interno delle sue opere. Non per sessualizzarlo, bensì per valorizzarlo.

Briony Douglas è una fotografa canadese che incentra il suo lavoro sul corpo, specie quello femminile, e sulla capacità della nostra mente di suggestionarsi, utilizzando elementi ed immaginari che stimolano il nostro sguardo nel momento in cui ci ritroviamo davanti alle sue fotografie. Scarpe, gatti, corpi o parti di essi, oggetti vari, simboli, elementi associati tra loro per colore o somiglianze estetiche, ma distanti per tipologia o destinazione d’uso, aiutano a creare un immaginario destabilizzante per lo spettatore, che è spinto a porsi delle domande.

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Il campo d’indagine di Briony Douglas si muove spesso intorno al corpo femminile, frequentemente oggetto di censura anche sui social. L’hashtag #freethenipple è stato lanciato proprio per andare contro questa decisione di Instagram e Facebook di censurare il seno femminile, specialmente quando si tratta di immagini a scopo artistico, e l’account di Briony Douglas non è stato risparmiato da questa tagliola, tanto che per un periodo è stato chiuso.
La sua risposta alla censura è stata Mouthpiece: una mostra composta da fotografie di bocche, che ovviamente non è solo una serie di queste, è piuttosto uno sguardo sulla potenza della bellezza di un corpo, che viene resa in maniera controversa, attraente e disturbante dall’occhio della fotografa, ma non è censurabile. Si tratta di un modo per chiarire che il suo utilizzo del corpo femminile non è per attirare quante più persone possibile, piuttosto per responsabilizzarle.


La capacità di Briony Douglas, infatti, è quella di tirar fuori, da una serie di elementi decontestualizzati, uno sguardo sulla bellezza del corpo femminile, l’uso che fa del corpo femminile vuole sensibilizzare la consapevolezza delle donne riguardo il loro corpo, non si tratta di una esposizione fine a sé stessa, ma un’operazione volta a stimolare la domanda che vuole porre a chi guarda i suoi lavori: “sai che hai un corpo, giusto?”.