Videogiochi e musica è un binomio che negli ultimi anni si è stretto sempre più, arrivando a diventare irrinunciabili l’uno per l’altro. Tale concetto vale per il gioco in senso lato, questo include gli effetti sonori dei giochi via app scaricabili per smartphone e tablet fino ad arrivare alle slot tipiche dell’online o i browser games. L’utilità della musica all’interno di un titolo è perfettamente sintetizzabile con un estratto da un’intervista di Koji Kondo, compositore di centinaia di brani per giochi di successo come Super Mario: “l’obiettivo principale nel comporre musica, per quanto mi riguarda, o almeno uno degli obiettivi principali, è creare melodie memorabili”. 

La musica passata alla storia

Il sottofondo musicale di giochi come Tetris o Pac-Man è ormai cult per diverse generazioni: è evidente come sia possibile giocare anche senza accompagnamento musicale, ma ad oggi è impossibile pensare ad una partita all’iconico gioco senza quel suono, dietro al quale si snoda una storia che parte dal folklore sovietico fino ad accasarsi alla Nintendo. 

Gli effetti sonori sono parte integrante della trama

Musica ed effetti sonori sono parte imprescindibile nei videogiochi. Si pensi, ad esempio, a quelli sportivi: giocare ad un titolo legato alla Formula 1 senza sentire come sottofondo il roboante suono del motore non susciterebbe le stesse emozioni. Lo stesso accade durante le partite a FIFA ad esempio: il suono del pallone che si infrange sul palo o lo stadio che esulta dopo aver segnato un gol rappresentano elementi fondamentali nell’esperienza del videogiocatore, senza i quali non risulterebbe completa.

Dare indicazioni sui momenti del gioco

La musica di sottofondo può essere fondamentale nel gioco anche per una questione puramente praticata: comprendere le fasi della partita. Un ritmo più blando e lento può connotare un momento relativamente calmo, come può essere l’esplorazione della mappa di gioco. Diversamente, una musica molto più frequente e con una melodia più viva può richiamare l’attenzione del giocatore nel caso ci sia un nemico in avvicinamento. L’esempio più semplice da poter citare, in questo caso, è tratto dai Pokèmon: chiunque abbia giocato ad un almeno un titolo della miriade usciti dalla casa di produzione Nintendo ricorda la musica che accompagna l’arrivo di un Pokèmon selvatico. 

Nessuno si chiede l’importanza della musica in un film: oggi nei videogiochi ha lo stesso valore

L’utilizzo di strumenti musicali per comporre la colonna sonora di un videogioco è stato un evento tutto sommato recente: lo spartiacque è stato Final Fantasty IV, uscito nel 1994 e ancora oggi ricordato come un titolo dalle migliori in assoluto. In seguito, in parte anche per accorciare i tempi di produzione, è iniziata la prassi dell’acquisto su licenza di canzoni già edite. Significa, in breve, pagare una licenza ai cantanti e alle loro case di produzione per far sì che una canzone possa essere inserita all’interno di un gioco. L’aumento di importanza delle colonne sonore all’interno di un titolo è reso evidente anche solo guardando i nomi di coloro che le hanno firmate. Tra tutti, merita di essere citato Hans Zimmer, un nome ormai notissimo nel panorama cinematografico grazie a colonne sonore come il Gladiatore o il più recente Dune. Per citare invece un nome noto nel panorama musicale, spicca su tutti Ed Sheeran, che ha firmato una delle canzoni inserite in Pokèmon Scarlatto e Violetto, dichiarando di essere sempre stato un fan di questo universo.

Rendere immersivo il gameplay

Infine, l’ultimo elemento può fungere da contenitore finale: nel complesso, è possibile affermare come la colonna sonora e gli effetti musicali inseriti siano da considerare un accompagnamento del giocatore lungo il suo momento di gioco, incentivando una immedesimazione totale con il personaggio che si controlla nel videogame.