Luca Bassanese con la sua musicalità fotografa il quotidiano e ci porta alla ricerca la felicità attraverso un viaggio instancabile nel vero.

Luca Bassanese è un musicista folk italiano, Targa MEI 2015 come miglior artista popolare e Premio Nazionale Marcello Torre al Merito per l’impegno Civile. Impegnato in ambito civile ed ambientale, Bassanese è un personaggio attivo , che vive il suo tempo e racconta la storia di tutti descrivendola come in una fotografia fatta di musica.

Colpiscimi di felicità è il nuovo album dell’artista, e Sentirsi uno anche se siamo due il singolo in radio dal 14 luglio. Un lavoro che racconta il percorso, la visione e il personaggio di Luca Bassanese. Un progetto dedicato alla ricerca della felicità nel quotidiano, alle piccole cose. I sentimenti, i ricordi, il viaggio, la libertà, l’importanza della propria terra. Questi i temi affrontati con una musicalità che parla una lingua universale, leggera ma ricca di spunti di riflessione. Il fulcro itinerante corre come un filo conduttore attraverso flash back, percorsi e desideri fino a concludersi con il ritorno. Un vero e proprio viaggio di vita che ci viene offerto in toni caldi ed autentici.

Chi è Luca Bassanese, qual è il suo percorso e il suo background?
Dieci anni di musica e parola tra poesia e impegno civile. Ed ora un nuovo lavoro discografico, questa volta intimista, dove a nudo racconto me stesso nelle immagini che scorrono come in un film. Perché la vita è una sceneggiatura e noi siamo ignari attori, poi ad ognuno la sua parte.

Quale significato ha la musica nella tua vita, cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta, quale messaggio, quale parte di te vuoi far arrivare? Racconti di te o racconti per gli altri?
La musica per me è un linguaggio che ho imparato e che tuttora uso per dialogare con me stesso e con gli altri. Cerco di raccontare la vita che mi circonda e come un fotografo scatto immagini in canzoni

Che legame c’è tra il tuo lavoro e l’impegno civile ed ambientale? Cos’è per te la cultura?
Fa tutto parte della storia in cui vivo e di cui sono parte, non distinguo la cultura dal resto, perchè tutto fa cultura anche ciò che è superficiale. Diciamo che preferisco il fondo del mare perchè è li che ci trovo le conchiglie e le stelle marine. E poi ogni tanto un tuffo in superficie è bene farlo per osservare il cielo. È a mezz’aria che non mi piace stare ma poi ci pensa la gravità a farmi scendere… Ok basta altrimenti non finisco più la risposta e vado avanti in eterno a fantasticare (sorriso)

Come si presenta il panorama Folk in Italia e quali possono essere le difficoltà del tuo lavoro nel panorama italiano? Cosa significa per te Folk?
Folk per me è anche libertà di potersi contaminare, come ha fatto Bregovic oppure Manu Chao con la sua Patchanka. In Italia il folk resta un luogo genuino ricco di bellezza, musica, sudore ed energia. Fatevi un giro se potete all’Ariano Folk Festival oppure alla Festa di Taurasi o in tanti altri appuntamenti folk che si tengono in Italia e vedrete quanta meraviglia!

Parlaci di “Colpiscimi di felicità“. Come è nato, qual è stato il percorso creativo e tecnico del tuo ultimo lavoro?
Colpiscimi felicità nasce dall’esigenza di raccontare una parte più intima del mio fare musica e parola. Per farlo assieme a Stefano Florio mio coautore e produttore abbiamo pensato ad un album che raccogliesse tutte le sfaccettature del mio essere. Così siamo partiti dal primo brano dove mi sveglio nel mio letto, nella mia casa per poi di canzone in canzone arrivare ad un dialogo collettivo. Mi ritrovo in tutto questo album, sono io.

Sentirsi uno anche se siamo due” è uno dei brani del tuo ultimo album, da poco in rotazione radiofonica. La musica può ancora raccontare dell’amore, può esprimere il concetto di estate e di viaggio? C’è ancora tanto da raccontare o la musica ha già detto tutto? Come si può trasmettere qualcosa di nuovo su temi sempre attuali?
Ho cercato di farlo a modo mio, come ho sempre fatto in questi anni scrivendo per l’acqua, per la terra, per la dignità dei popoli. In questa canzone c’è un concetto principale molto semplice: non serve avere disponibilità economica o andare lontano per ritrovarsi in viaggio, perché il senso del viaggio siamo noi e le persone che scegliamo al nostro fianco nella vita. Se così non è, vuol dire che qualcosa non va e non sarà certo una vacanza a ridare senso alla nostra esistenza.

Se l’idea di viaggio dovesse essere musica, un ritmo preciso o un tuo brano, quale sarebbe e perché?
Sentirsi uno anche se siamo in due” perchè il viaggio è andare dove ci capita seguendo la scia di un’armonica, cioè la nostra colonna sonora interiore, la musica della nostra anima

Cosa consigli a chi vuole scegliere di seguire le proprie passioni, a chi decide di investire la propria vita nella musica?
Si deve seguire sempre le proprie passioni. Ho iniziato questo mestiere pensando che avrei potuto fare qualsiasi cosa pur di stare a contatto con la musica, dal montare palchi all’accordare strumenti, al pulire il camerino degli artisti. Non mi sono detto faccio il musicista e intanto prendo una laurea, perché non si sa mai. Credo nelle scelte radicali perché è nella scelte che si creano le opportunità.