Nel 2008, per la prima volta nella storia, la popolazione urbana supera quella rurale.
Tanti abitanti delle campagne si trasferiscono negli slum, quartieri degradati in cui si stima che vivano più di un miliardo di persone.

Sono loro i soggetti che Jonas Bendiksen, fotografo norvegese dell’agenzia Magnum, ritrae in questo progetto.
Non solo persone, con i loro volti e le loro storie, ma anche e soprattutto i luoghi in cui esse vivono.

VENEZUELA. Caracas. 2007. New squatter settlements on a hillside in north Caracas.
Venezuela, Caracas, 2007. Nuovi insediamenti abusivi

Bendiksen ci porta negli slum di 4 città, Caracas, Nairobi, Mumbai e Giacarta, luoghi quasi irriconoscibili l’uno dall’altro, nonostante le distanze.
Grazie a delle fotografie dirette, e per questo prive di una retorica che è spesso un rischio concreto in progetti simili, Bendiksen ci fa entrare nelle case abitate da questa numerosa popolazione che vive ai margini delle città, dedica ad ognuna di queste abitazioni 4 fotografie, una per parete, insieme ai suoi inquilini.

KENYA. Nairobi. 2005. Photographic reconstruction of the Arori household. From left to right: Jonas, Naria, Hilda, Daniel, Gertruth, Mike, Charles.
Kenya, Nairobi, 2005. Casa della famiglia Arori

Non limitandosi a guardare dall’esterno, e grazie a questo approccio seriale, ci mette prepotentemente davanti a una realtà che ci riguarda più di quanto pensiamo. Non solo la serie composta da 4 foto fa sì che l’osservatore sia idealmente al centro della stanza, ma anche il titolo sembra avvertirci, quella prima persona plurale stabilisce da subito una relazione forte con questi luoghi.

INDIA. Mumbai. 2006. Photographic reconstruction of the Singh household. From left to right: Rajat, Jyoti, Atul, Meera, Kanchan, Amit.
India, Mumbai, 2006. Casa della famiglia Singh

Il lavoro di Bendiksen è integrato da fotografie quasi paesaggistiche, di una bellezza che è in contrasto con la bruttezza dei soggetti. Fotografie in grado di far risaltare il legame con le vicine metropoli.
È probabilmente grazie a questa dialettica, tra il trionfo dell’urbanesimo e il suo non essere necessariamente un sintomo di progresso, che questo progetto si pone come un’importante testimonianza delle enormi trasformazioni che oggi riguardano l’abitare.

INDIA. Mumbai. 2006. From the edge of New Dharavi, children play by the shanties, with the new Bandra-Kurla Complex shining in the background. The BKC houses multinational companies and upscale offices, and is a high-profile project in Mumbai as the city reaches for a modern identity. Dharavi has become such a contentious issue in Mumbai politics partially because it is one of the few areas bordering the new complex. In between BKC and Dharavi is a mangrove swap and the Mithi River. Dharavi is one of Mumbai's biggest and longest standing slums. Home to somewhere between 600 000 and one million people, it is a beehive of recycling and manufacturing industries. However, Dharavi sits on prime real estate right in the heart of the booming megapolis, and is in close vicinity to the new Bandra-Kurla Complex, a new financial hub. Dharavi is now scheduled for redevelopment, meaning everything in the slum, for good and bad, is set to be demolished.
India, Mumbai, 2006. Bambini dello slum di Dharavi