Dal 21 al 25 Febbraio al Teatro Argot Studio, il Teatro di Dioniso presenta Ifigenia in Cardiff, di Gary Owen, per la regia di Walter Malosti.

Ifigenia in Cardiff di Gary Owen (dall’originario Iphigenia in Splott) è un delirio monologante denso di lucidità che si rivela a poco a poco, ribaltando gli equilibri del senso comune e scardinando moralismi e perbenismi vari. Con un linguaggio abrasivo pieno d’ironia tagliente, Owen affonda il coltello nelle maglie sconnesse della contemporaneità, consegnandoci il ritratto al vetriolo di un’Ifigenia moderna che non ci sta ad essere la vittima sacrificale di un sistema già scritto, e pertanto reagisce, opponendo al Fato, che la vorrebbe vendicativa e miope, la sua intelligenza feroce, il ghigno beffardo, la più inaspettata compassione.
Effie non è un capro espiatorio, ma testimone ferale e voce d’accusa contro un potere che, con la sua ingombrante ingordigia, divora le vite degli altri.
Effie vive in un Galles di periferia, a sud di Cardiff, dove conduce un’esistenza irregolare senza progetti, senza futuro. Vive di niente. Qualche spicciolo dall’assistenza sociale e i soldi che la nonna le lascia sul tavolo sbattendo la porta. Come in un film di Ken Loach, Effie è uno dei tanti relitti di umanità ai margini cui nessuno si interessa. La sua identità Effie la cancella tutte le sere distruggendosi con l’alcol. Un incontro, in una notte alcolica e folle, un uomo diverso dagli altri, un soldato tornato dall’Afghanistan, segnerà l’inizio di una trasformazione.

ELP-110.1.2407580270-2163414_1518518156-U110123983736453MI-U11012407097604XbH-384x305_40LaStampa-VERCELLIRoberta Caronìa si è aggiudicata il XIII Premio Virginia Reiter per l’interpretazione di Effie in Ifigenia in Cardiff. Il premio dedicato “alla migliore attrice del panorama teatrale italiano nella fase iniziale della carriera” è stato assegnato domenica 24 settembre 2017 presso il Teatro delle Passioni di Modena.

Questa la motivazione con cui la giuria presieduta dal nuovo presidente Ennio Chiodi e composta da Rodolfo Di Giammarco (la Repubblica), Gianfranco Capitta (il Manifesto), Maria Grazia Gregori (l’Unità) e Maurizio Porro ha decretato la vittoria dell’attrice recita: “Tra le varie ossessive e alterate identità che hanno messo in luce il talento nevrotico di Roberta Caronia c’è in particolare un percorso di giovani figure classiche (Ismene, Antigone, Ermione) che porta fatalmente alla via crucis di una Ifigenia contemporanea, ritratto di un’emarginata del Galles che ha fatto deflagrare la sua ossessione corporea e un suo straordinario flusso di coscienza in “Ifigenia in Cardiff” di Gary Owen (in origine “Iphigenia in Splott”) con regia di Valter Malosti, che l’aveva anche diretta in un’acuminata versione siciliana del “Berretto a sonagli” di Pirandello. Avendo lei già mostrato un suo ben forte carattere nella “Clitennestra” di Vincenzo Perrotta, in “The Coast of Utopia” di Stoppard, e nei panni della coraggiosa Rita Atria de “Il mio giudice” di Maria Pia Daniele, facendo buon uso della formazione con Piotr Fomenko e Nicolaj Karpov”.