Nell’ambito di Bitume, progetto site specific a cura di Festiwall e pensato per riconvertire un enorme polo industriale dismesso dal 2013, il visual artist Greg Jager ha prodotto “Dismantle” una serie di interventi che si fondono con l’architettura dell’ex stabilimento A. Ancione.

Il progetto, in linea con la rigorosa ricerca dell’artista, nasce nell’ambito di una residenza durante la quale Greg Jager ha prodotto diverse opere che pongono degli interrogativi sul tema dell’antropizzazione. L’artista riflette sul vorticoso ciclo industriale e le geometrie che compongono il paesaggio dell’area industriale del ragusano. L’artista esalta la forma, ne ricalca i pieni e i vuoti, decontestualizzando l’architettura, andando di fatto a “smantellare” la struttura per lasciare aperte chiavi di lettura sul passato e infinite interpretazioni di futuri possibili.

La prima opera a nascere è un wall painting di 5 metri di altezza per 15 di larghezza che da il nome all’intero progetto: una visione della stessa architettura industriale che viene scomposta e ricomposta attraverso le sue molteplici geometrie ed una palette nata dallo studio approfondito dei colori dominanti “in situ”. Una serie di diagonali e il gioco di pieni e vuoti si ispira agli elementi architettonici presenti in tutta l’area industriale e alla modifica del paesaggio circostante.

Altri interventi effimeri, multidisciplinari e più intimi sono stati realizzati dall’artista in zone inaccessibili al pubblico, trasformando lo spazio in un laboratorio, un dispositivo dalle infinite soluzioni spaziali e visuali, con l’obiettivo di interrogarsi sui limiti dell’architettura e la sua obsolescenza. Interventi formali nati in modo quasi accidentale, costellano lo spazio dell’area “insaccamento gessi” del polo industriale; strutture ibride a metà strada tra elementi architetturali, privati della loro funzione, e segni primitivi realizzati in totale assenza di spazio e tempo.

Nella mia ricerca artistica sono presenti le tracce dell’antropizzazione del territorio: paesaggi urbani, grandi strutture architettoniche, ponti, cave, rappresentano alterazioni degli equilibri naturali che hanno portato l’uomo a fronteggiare la crisi ambientale. Una visione che vuole mettere in discussione gli attuali modelli economici e sociali ed esplorare futuri possibili in cui l’essere umano si spoglia della sua centralità. Tutti i miei lavori sono dei dispositivi aperti: riflessioni di carattere antropologico, riguardanti il rapporto tra uomo e ambiente e che vogliono lasciare lo spettatore libero di poter trovare la propria chiave interpretativa.

Greg Jager

Greg Jager, 1982, è un artista contemporaneo con base a Roma. La sua ricerca si basa sul rapporto tra uomo e ambiente attraverso il dialogo tra arte, architettura ed antropologia. La sua peculiarità è la costruzione di un immaginario astratto “liquido” che, oltre a wall paintings capaci di cambiare la percezione dell’architettura e del contesto urbano, prende forma attraverso, dipinti, stampe e installazioni. Il suo linguaggio geometrico ha come riferimento le avanguardie di inizio ‘900 con una particolare attenzione alla scuola del Bauhaus. Ha realizzato opere d’arte pubblica a Roma, Genova, Torino, Barcellona, Berlino, Atene, Napoli, ha collaborato con numerose istituzioni tra cui il MacRo – Museo d’arte contemporanea di Roma, L’istituto di Italiano di Cultura di Atene e Barcellona, B-Murals – Centro per le Arti Urbane di Barcellona, la galleria Contemporary Cluster di Roma, Open House – Festival dell’architettura di Roma e con brand come Fendi.

Bitume è il progetto site-specific nato per dare un seguito a FestiWall, il Festival di arte pubblica che in cinque anni ha attraversato la città di Ragusa innescando una riflessione sullo spazio urbano e il bene comune. Bitume è un’indagine sull’archeologia industriale attraverso lo sguardo di 25 artisti contemporanei, dentro un luogo cristallizzato nel tempo, all’interno della fabbrica Antonio Ancione, dove il passato può aprirsi al possibile lungo le traiettorie suggerite da capannoni e container dismessi.