Luctator si rivolge a chi lotta per le proprie passioni, a chi combatte ogni giorno la sua battaglia, a chi non vuole avere paura. Un brand giovane e Made in Italy che rende il concetto di arte marziale trasversale dando forza alla quotidianità.

Luctator nasce dall’idea di tre giovani imprenditori italiani, provenienti da ambiti professionali differenti: dal design alla comunicazione, tutti legati da una grande passione sportiva, nel senso più positivo e benefico. Una passione che ha dato vita al progetto di Luctator, non un semplice brand ispirato alle arti marziali, bensì una comunità forte dello sport e del suo messaggio, che rivoluziona il termine di lotta e lo offre per affontare la vita di tutti i giorni.

Lottare davvero per qualcosa che vogliamo come diritto di tutti: questo il credo principale di un brand emergente e di successo, che sin da subito ha avuto l’appoggio dei grandi sportivi, uniti in questo messaggio. Perché la forza di Luctator non è solamente aver fatto centro con il suo concept e la sua mission, ma anche aver saputo creare rete, interazione e confronto, aver dato spazio a tutte le voci, non solo a quelle sportive. Su tutto, ha saputo far rete per chi ha bisogno di sentirsi forte, per chi vuole trovare la forza di lottare, per chi ha subito, per chi ha paura e vuole smettere di averne.

CHARLIE CHAPLIN, Muay Thai - Davide Armanini, K-1
CHARLIE CHAPLIN, Muay Thai - Davide Armanini, K-1
SALVADOR DALÌ, Brazilian Jiu Jits -  Fabio Pititto, Brazilian Jiu Jitsu
SALVADOR DALÌ, Brazilian Jiu Jits - Fabio Pititto, Brazilian Jiu Jitsu
ELVIS PRESLEY, Wrestling - William Raffi, Lotta libera
ELVIS PRESLEY, Wrestling - William Raffi, Lotta libera

Chi sono le menti che hanno dato vita al progetto di Luctator? Come nasceil brand e perché la scelta di questo nome?

Dietro LUCTATOR ci sono tre menti creative, tre diverse personalità, caratterizzate da esperienze e percorsi professionali differenti: dall’imprenditoria alla comunicazione digitale passando per il design. Ad accomunarle una grande passione per il mondo del combat, o meglio per l’impegno e per la dedizione che si nascondono dietro quel gesto sportivo. Il nostro brand nasce per diffondere quella che noi chiamiamo “ Fighting attitude” : un forte senso di appartenenza rivolto a tutti coloro che non rinunciano mai a battersi, nello sport quanto nella vita. Abbiamo scelto LUCTATOR perché è un termine trasversale: ha senso sia in un contesto prettamente sportivo e marziale, sia su un piano di tipo ideologico, ovvero rivolto a chiunque stia lottando per raggiungere il proprio obiettivo, per vincere la propria battaglia.

Qual è il percorso imprenditoriale e gli obiettivi che vi hanno guidato alla creazione del brand?

Conosciamo bene il mondo delle arti marziali miste e in virtù della nostra esperienza decennale nel mondo degli sport da combattimento, abbiamo deciso di dar vita ad un brand capace di suscitare un senso di appartenenza tanto tra i praticanti di queste discipline, quanto tra gli appassionati e tra coloro che le stanno scoprendo attraverso i design delle nostre T-shirt.

Scegliere un concept di forte carattere e con un’identità ben precisa è una scelta coraggiosa in questo preciso periodo storico. Pensate che lo sport e la lotta in particolare stiano vivendo una rivalutazione in risposta al clima tecnologico e allo stesso tempo healthy di questo momento?

In realtà i valori trasmessi dal nostro brand sono perfettamente in linea con la riscoperta passione per il clima healty di questo periodo. Le discipline che prendiamo in esame non per forza devono sfociare nell’agonismo o nelle competizioni a contatto pieno, ma possono anche essere intraprese soltanto per legarsi ad un discorso di benessere fisico. Sulla deriva sempre più tecnologica che sta prendendo la società contemporanea, invece, non crediamo che essa rappresenti un problema per gli sport che abbiamo scelto di reinterpretare in maniera creativa nel nostro abbigliamento casual.
Impegnarsi in percorsi salutari, spinti dalla curiosità mediatica che le discipline da noi rappresentate generano, non può che integrarsi alla perfezione con la comodità che le nuove tecnologie, a volte in maniera poco salutare, ci impongono. Senza considerare che, almeno allo stato attuale delle cose, il nostro brand si sta diffondendo in primis sui social, ed in questo direi che abbiamo trovato la quadra perfetta tra il mondo web e il mondo dello sport.

Chi è il fruitore ideale di Luctator?

In realtà, per noi, è più giusto parlare di fruitori, visto che la mission del brand è quella di parlare trasversalmente a più persone. La prima linea a cui è indirizzato il brand è sicuramente quella dei praticanti, dei fan e degli appassionati delle varie discipline marziali rappresentate sulle nostre T-shirt. Abbiamo riscontrato anche successo negli appassionati di moda pop . Ovvero quelle persone che riconoscono nelle nostre creatività un abbigliamento cool legato ad un ambiente così fortemente iconico come quello delle arti marziali. Questa però è solo la superficie. Abbiamo lanciato una campagna virale di successo tutt’ora attiva sui social, con l’hashtag #IFightFor, attraverso il quale invitiamo sia i praticanti di sport da combattimento ma soprattutto i non praticanti a scriverci il motivo per cui combattono, inteso non soltanto come attività fisica. Ci sono storie molto toccanti dietro quell’hashtag, che passano da una voglia di mettersi in gioco, alla ricerca di un riscatto sociale, passando per temi più importanti e delicati, come cercare una sicurezza dopo aver subito atti di bullismo fino alla prevenzione da violenze fisiche, talvolta purtroppo anche già perpetrate. Grazie a questa campagna, le persone che hanno deciso di raccontarci le loro storie, sia in maniera privata che pubblica, trovano nel nostro brand e nel nostro abbigliamento un senso di appartenenza legato alla propria forza d’animo, al coraggio di battersi per i propri valori nella vita di tutti i giorni, non soltanto tra le mura di una palestra.

luctator

Quali sono le difficoltà che avete riscontrato nel percorso di creazione del vostro prodotto in Italia? Come hanno reagito i campioni alla proposta del vostro concept?

Sarà scontato ma la difficoltà maggiore è legata alla burocrazia e all’economia di sostentamento di un progetto nascente. Problemi legati al processo che va dalla catena creativa alla catena produttiva in realtà non ce ne sono stati molti, specie se si hanno le idee chiare come le abbiamo noi tre!
Volendo rimanere in Italia, burocraticamente parlando, non ci sono particolari formule magiche per far fronte a queste difficoltà. È necessario in primis non demordere e credere con estrema convinzione nel progetto finale, senza farsi mai scoraggiare dalle oggettive difficoltà che si frappongono tra noi e il nostro brand. Conoscendo l’ambiente già da molti anni, il coinvolgere quelli che possono essere riconosciuti come influencer del nostro primo pubblico di riferimento, ovvero praticanti e fan, è stato talmente naturale, che una volta proposta l’idea hanno subito accettato tutti con grande entusiasmo. E a dirla tutta, abbiamo ricevuto anche delle proposte spontanee di candidatura da parte di altri campioni delle varie discipline per la realizzazione delle
prossime magliette della nostra linea Exclusive!

The WalkMan ha come obiettivo quello di scovare e mettere in luce giovani talenti che credono nelle proprie idee. Cosa consigliereste a chi, come voi, ha deciso di investire la propria vita nella creatività?

Lucida passione, pragmatismo e organizzazione. La passione, quella vera, lucida, può essere il solo e unico vero motore che ti permette di affrontare tante difficoltà, quella voglia di emergere e di dar luce alle proprie convinzioni. Questa però deve necessariamente essere accompagnata da un senso pragmatico su come effettivamente arrivare a realizzare quell’idea: contatti, materiali, ricerca di finanze, burocrazia e piattaforme di lancio sia esse online che offline. E questa cosa si può fare solose si ha un gruppo organizzato per specializzazioni, che può essere anche di due o tre person e, come noi. Non che singolarmente sia impossibile, in quel caso forse ci vorrebbe un po’ di più per organizzare tutta la filiera produttiva. Tutti dovremmo avere la  possibilità di vedere realizzate le nostre idee, se è davvero quello che vogliamo. Una vita passata a seguire controvoglia e pesantemente un lavoro che ci sta stretto, mentalmente o fisicamente, non può essere il destino di una persona. Lottare davvero per qualcosa che vogliamo, fronteggiando qualsiasi difficoltà per realizzare quel sogno, dovrebbe essere un diritto di tutti, che non va sminuito o relegato al livello di  utopiche fantasie. D’altronde, l’istinto di un vero LUCTATOR è proprio questo: lottare per le
proprie passioni. Questo è il nostro #IFightFor, e il tuo?