Adriana Napolitano – Fotografa, Set and Prop Designer dalle mille sfaccettature. Il lavoro di Adriana Napolitano combina fotografia, artigianato e manipolazione digitale.

BODY MO(O)D
BODY MO(O)D

Adriana, come nasce la tua idea d’arte? Talento innato o studio accademico?

Ho iniziato con la scenografia quasi per caso. I miei studi (o meglio tutti i miei tentativi di studio) erano rivolti ad altro, e me ne sono subito innamorata. Vengo da una famiglia con una grande tradizione di lavori manuali, una forte passione per l’artigianato. Ho iniziato realizzando scenografie per videoclip musicali di animazione. Poi, per curiosità e anche per necessità, ho deciso di far entrare in gioco la fotografia. Ho unito le due cose in un unico mezzo espressivo, quello che ad oggi, mi rappresenta perfettamente.

Cosa ispira una tua creazione e come nasce un’idea?

Sono una persona dalle ispirazioni “banali”. Tutto per me è fonte di ispirazione. Da un mal di testa che non va via, ad una buffa scena in strada. Trovo che l’originalità di un’idea risieda nel modo in cui la guardiamo e riusciamo a restituirla agli altri. Secondo questo principio, tutto è ispirazione, e la nostra realtà quotidiana ne è una fonte inesauribile. Infine, un briciolo di ironia non guasta mai.

Ti definisci Fotografa, Set&Prop Designer: cosa preferisci?

In realtà, non c’è una parte che preferisco. Adoro tutto, dall’idea improvvisa sotto la doccia, alle ore di post-produzione con Photoshop. Forse, quello che più mi diverte è la creazione dei props, sporcarmi le mani e provare cose nuove. Ma anche quella è una fase in grado di portare con sé grandi nervosismi e frustrazioni.

Parlaci di BODY MO(O)D: qual è il tuo intento comunicativo?

Avevo voglia di dare un volto e un corpo alle sensazioni che provo, condividerle con gli altri. Adoro quando qualcuno mi dice “Caspita! Anche io mi sono sentito così!”. Non a caso è una serie un po’ più dark rispetto ai miei soliti colori pop e sgargianti. È stata realizzata in un periodo emotivamente più particolare (del solito). Credo che continuerò ad utilizzarla come contenitore di un certo tipo di stati d’animo.

Puoi lavorare con qualsiasi materiale, qual è il tuo segreto?

La curiosità, credo. Ogni volta che vado in un negozio comincio a toccare tutti materiali e immagino cosa dovrebbero essere. Faccio lo stesso quando trovo vecchi oggetti in giro. Vorrei provare ad usare tutto, ma credo che una vita non basti. Ogni volta che devo confrontarmi con un nuovo materiale guardo tutti i tutorial a disposizione nel mondo. Leggo tutti gli articoli possibili a riguardo, provo e riprovo, costruisco e distruggo.  Mi innervosisco, chiamo i miei, piango un po’, provo e riprovo e alla fine ottengo il risultato che voglio. Però ci sono materiali, che nonostante i miei tentativi, ancora non riesco a padroneggiare. Non andiamo d’accordo.

Quanto conta rischiare per realizzare un sogno?

Credo sia una parte fondamentale, purtroppo o per fortuna. Purtroppo perché io sono una gran fifona, amo la tranquillità e la stabilità emotiva. Quindi preferirei di gran lunga realizzare qualunque cosa azzerando i rischi. Nonostante ciò, credo che le mie aspirazioni mi abbiano portato in una dimensione che di stabile ha ben poco. Una dimensione in cui è necessario rischiare. Inoltre, non sono una persona competitiva, e questo non aiuta. Sto imparando a gestirla, piano piano, con i miei tempi. Però sono ben lontana dal percepire il rischio e la competizione come un aspetto “eccitante” del mestiere.

The WalkMan ha come obiettivo quello di scovare e mettere in luce talenti ed artisti che credono nelle proprie idee. Cosa consigli a chi, come te, ha deciso di investire la propria vita nella creatività?

Consiglierei di fare. Non fermarsi mai e fare. Non perdere mai il gusto di fare, creare. Anche se nessuno ve lo ha chiesto, create qualcosa. Fatelo per voi. Cercate sempre la bellezza nelle cose, non arrendetevi a un risultato mediocre. Pensare che possa fare sempre meglio qualunque cosa io faccia, non aiuta certamente la mia autostima, ma mi aiuta a dare sempre qualcosa in più. Studiare tanto, è importante. Essere sempre curiosi e non sentirsi mai arrivati. Ci vuole tanta umiltà per crescere davvero.