L’intelligenza artificiale è un tema molto discusso perchè solleva questioni di ordine etico delicati. Può l’AI apportare un contributo all’arte o è solo uno strumento che minaccia la creatività umana rendendola sterile? Sebbene non ci siano risposte nette, se ne possono quantomeno analizzare le applicazioni. 

L’AI può comporre canzoni in tempo reale: arte o banalità? 

Lasciando da parte le questioni morali, dunque, si può affermare con serenità che la tecnologia avanzata ha portato grandi benefici anche al panorama musicale. Infatti, tramite complessi algoritmi è possibile addirittura comporre melodie e ritmi senza nessuna competenza specifica. 

Basta indicare poche informazioni come genere, testo, durata, tonalità ecc. per vedersi creata una canzone da zero. I tool di intelligenza artificiale analizzano, dunque, i testi del brano e ne apprendono le caratteristiche in tempo reale. Pattern più apprezzati, parole più frequenti utilizzate, frequenza e struttura dei ritornelli, infine, vocaboli più in voga. 

Tramite questi algoritmi il fruitore può richiedere all’AI di creare un brano con uno stile simile a un determinato artista o canzoni con un mix di generi diversi. Nel panorama musicale questo potrebbe essere una vera e propria rivoluzione, ma non tutti sono d’accordo. Diversi artisti temono che la tecnologia avanzata possa minare e sminuire la creatività umana e, dunque, la rifiutano. Alcune note piattaforme, invece, come Spotify hanno aderito alla creazione di laboratori per sviluppare tool che supportano questo tipo di tecnologia: “Le nuove tecnologie hanno sempre dato origine a nuovi modi di fare musica” si legge sul portale. 

L’intrattenimento digitale nel 2025 e il connubio con l’intelligenza artificiale

Il contributo dell’intelligenza artificiale va ben oltre la musica, investendo l’intero mondo dell’intrattenimento digitale. Oggi, le piattaforme più avanzate sfruttano l’AI per offrire esperienze più coinvolgenti, personalizzate e intuitive.

Nel settore dei videogiochi, ad esempio, gli sviluppatori implementano sistemi intelligenti per creare personaggi non giocanti (NPC) in grado di adattarsi alle scelte del giocatore. In giochi come Red Dead Redemption 2 o The Last of Us, il comportamento degli NPC cambia in base allo stile di gioco dell’utente, migliorando notevolmente l’immersione.

Anche le piattaforme di streaming video, come Netflix o YouTube, utilizzano l’AI per suggerire contenuti sulla base delle preferenze dell’utente, orari di visualizzazione, generi preferiti e anche stato d’animo (quando integrata con smart assistant).

Nel panorama del gioco digitale, una delle applicazioni più diffuse riguarda le slot online, che continuano ad attrarre milioni di utenti grazie a grafiche evolute, temi sempre nuovi e meccanismi di gioco coinvolgenti. In questo contesto, l’intelligenza artificiale è utilizzata soprattutto per migliorare la personalizzazione dell’offerta, proporre giochi affini agli interessi dell’utente o monitorare comportamenti per garantire un gioco responsabile.

Conclusioni 

In sostanza, la tecnologia è da sempre un valido strumento in mano all’uomo per creare e migliorare la qualità di vita, ma il confine tra arte e la banalità è davvero sottile. Il dibattito è in continua evoluzione, come d’altronde l’intelligenza artificiale stessa che continua ad espandersi abbracciando sempre più attività. Non si può di certo fermare il progresso, ma occorre riflettere ed accertarsi che tutto proceda nella giusta direzione.