Questa sera debutta al Teatro India, all’interno del Festival Dominio Pubblico, il nuovo spettacolo della formazione romana Esercitazioni Invisibili: The Waste Land di Thomas Stearns Eliot. Abbiamo intervistato Simone Giustinelli, regista dello spettacolo e co-fondatore della compagnia.

Esercitazioni Invisibili è una formazione teatrale che nasce nel 2015.
Nel Dicembre di quell’anno debutta con il suo primo lavoro, Fuckin’ idiot, dopo il quale le persone che hanno lavorato al progetto, forti di competenze molto variegate, decidono di darsi un nome e di proseguire insieme come compagnia teatrale.
Il 4 Giugno debuttano con il loro ultimo lavoro, The Waste Land di T.S. Eliot, al Teatro India.

 

Simone, perché hai deciso di lavorare su questo testo?

Mi sono innamorato di The Waste Land circa due anni fa. Studiavo, per diversi motivi, la drammaturgia britannica di fine millennio, il movimento dei “nuovi arrabbiati”, quello per cui qualche critico coniò la definizione di teatro in-yer-face. Su tutte, la drammaturgia di Sarah Kane, e il suo meraviglioso Crave, per cui The Waste Land di Eliot era stato una fonte imprescindibile. Ripresi il poema in mano in occasione di questo studio e fu una folgorazione. Meravigliosa e all’improvviso.

Esercitazioni invisibili porta in scena The Waste Land, al Teatro India. 2
Fotografia di Simone Galli

Non si tratta però di un testo teatrale. Perché provare a immaginarlo come uno spettacolo?

Avevo la convinzione che il testo di Eliot si prestasse spontaneamente alla scena. Quel modernismo radicale di cui Eliot fu rappresentante esemplare in poesia, così come Joyce in prosa, è costruito su presupposti poetici che costituiscono i paradigmi semantici del terzo millennio: siamo abituati a ricevere ogni giorno una quantità di informazioni spesso disarticolate, anti-narrative, alogiche. All’inizio del secolo scorso, era un salto nel vuoto immaginare che la letteratura potesse parlare una lingua del genere, oggi lo fa la società del villaggio globale.

Esercitazioni invisibili porta in scena The Waste Land, al Teatro India. 1
Fotografia di Simone Galli

Quali sono state le difficoltà più grandi nel trasformare sulla scena i versi di Eliot?

Direi che la difficoltà più importante di questa creazione è anche il suo motivo di fascino più grande; le parole di Eliot non hanno alcuna intenzione narrativa. Si tratta di una tempesta di segni, ad ogni verso. Non esiste storia, non ci sono i personaggi, le situazioni date, le ambientazioni, non c’è una coscienza del tempo. È un’evocazione continua, una lingua dei sogni che, pur nella sua scrittura colta e raffinata, si prefigge di incollare insieme frammenti di immagini nella testa del lettore. Questo significa che tutto va immaginato da zero; esiste, tra l’interprete, attore o regista che sia, e il testo, una relazione assolutamente diretta. Non c’è alcun diaframma didascalico, non ci sono istruzioni, nessuna scorciatoia che un testo “classicamente” pensato per il teatro può fornire. La scena è vuota. Tutto quello che ci finisce dentro ha la necessità di essere una interpretazione unica e autentica.

 

Esercitazioni invisibili porta in scena The Waste Land, al Teatro India.
Fotografia di Simone Galli

Il vostro spettacolo andrà in scena all’interno di Dominio Pubblico. Sei contento di far debuttare lo spettacolo in una cornice prestigiosa come quella del Teatro India?

Sono felicissimo di farlo. Dominio Pubblico è un festival che ha ospitato 4 miei spettacoli negli ultimi 3 anni, ed è un luogo in cui mi sento a casa. Questa è la volta più bella, per me. È lo spettacolo più fragile e vitale che io abbia mai messo in piedi, che ha trovato la forza di nascere nonostante i contraccolpi dovuti alla chisura del Teatro dell’Orologio, in cui avrebbe dovuto debuttare a marzo. Sono molto grato alla direzione di Dominio Pubblico, sia ai grandi che agli under, per aver accolto il nostro spettacolo orfano. È stato un gesto di solidarietà, e di fiducia nei miei confronti, assolutamente gratuito; una cosa bella che mi ha dato tanta forza soprattutto nei momenti più difficili di questo percorso. Per questo voglio ringraziare tutti loro, dal primo all’ultimo, perché mi hanno fatto sentire protetto. Spero tanto di ripagare questa fiducia con il mio lavoro.

Esercitazioni Invisibili

The Waste Land
Di Thomas Stearns Eliot

Regia Simone Giustinelli
Con Giulia Adami, Dacia D’Acunto, Cesare D’Arco, Noemi Francesca
Musiche Giorgio Stefanori
Luci Cristiano Di Nicola
Costumi Iris
Foto di scena Simone Galli
Traduzione Esercitazioni Invisibili