Patamu è l’alternativa per tutti coloro che vogliono depositare le proprie opere tutelandole dal plagio.

Ciao Adriano, spiegaci cos’ è Patamu.
Ciao e grazie per questa intervista! Patamu è una piattaforma online che permette di depositare e tutelare istantaneamente la paternità delle proprie opere artistiche o creative in senso lato, senza dover pagare ogni anno cifre enormi alla Siae o ad altri enti di deposito.

Patamu si rivolge a creativi, ed in generale a chiunque abbia bisogno di dimostrare la paternità di una propria opera o idea. Non impone ai propri iscritti vincoli di alcun tipo. Si è liberi anche di decidere la licenza di distribuzione della propria opera, copyright o licenze Creative Commons. Quest’ultime sono più adatte alle modalità di creazione e diffusione di un’opera nel web odierno.

Il sistema è ritagliato su misura sulle esigenze dei creativi. Siamo in un’epoca in cui le opere andranno diffuse sempre di più per poter avere visibilità, ma hanno allo stesso tempo necessitano di essere tutelate in modo rapido e sicuro prima di essere condivise, senza rinunciare ad un’ottica commerciale.

Come nasce l’idea di creare una piattaforma per la tutela del diritto d’autore?
Nasce da un’esigenza personale che poi si è trasformata in un progetto per la collettività. Mi è sempre piaciuto scrivere e comporre musica, così a diciassette anni, da giovane musicista, mi sono iscritto alla SIAE. Non mi sono trovato bene, mi è stato addirittura chiesto di pagare per mettere online la mia musica (la cosiddetta autopromozione). Dopo varie vicissitudini durate tre anni, durante i quali non ho potuto usufruire della mia musica, sono riuscito a disiscrivermi.

L’iscrizione alla SIAE ha rappresentato per me più un vincolo alla mia arte che non un’opportunità. Così ho cominciato a riflettere sul meccanismo di vincoli ed obblighi su cui si basava, cercando di capirne i punti critici. Si dovevano pagare ogni anno cifre esorbitanti, ed in cambio venivano imposti solo vincoli artistici. A voler seguire tutte le regole, infatti, ad un artista era impedito di diffondere le proprie opere a meno di non pagare una somma alla SIAE.
In cambio di questa farraginosità non ricevevo in cambio nulla. Nelle poche esecuzioni pubbliche che feci all’epoca mi tornò solo una minuscola porzione di quanto versato (dagli organizzatori o da me) per eseguire le mie opere. Una cifra neanche sufficiente a ripagare le mie spese di iscrizione all’ente.

Così ho deciso di svincolarmi e di costruire in autonomia una soluzione che fosse adatta alle mie necessità. Volevo un sistema più snello per tutelare le opere attraverso il metodo delle marcature temporali on line, la cui validità è riconosciuta legalmente. Avevo il progetto chiarissimo nella mia mente e con alcuni collaboratori abbiamo creato una prima bozza di quello che sarebbe poi diventato Patamu.

Cosa fate oltre a marcare le opere?
Offriamo molti altri servizi. Contestualmente alla marcatura, depositiamo l’opera sui server di Patamu indicizzandone i dati più rilevanti, compresa la licenza di distribuzione o i dati di paternità.

Il sistema di indicizzazione delle opere può essere usato in modo tradizionale, per tenere traccia di successive versioni dell’autore. Oppure in un modo più avanzato per tenere traccia delle modifiche all’opera originale effettuate da altri autori. Ovviamente solo nel caso in cui l’autore originale volesse consentire la modifica della propria opera.

Quest’ultima funzione è utilissima in un’epoca in cui si va sempre più verso la creazione collettiva e la condivisione dell’atto creativo stesso. Attraverso questa pratica che noi chiamiamo “coartworking”, opere interessanti ma destinate a rimanere acerbe possono raggiungere la loro maturità grazie ad un intervento collettivo. Allo stesso tempo la tracciabilità dell’evoluzione dell’opera permette di facilitare la ripartizione dei diritti qualora l’opera “matura” dovesse essere utilizzata commercialmente.

Ovviamente lavoriamo per sensibilizzare e formare gli artisti sulle tematiche del diritto d’autore e della cultura libera. Lo scopo di Patamu è quello di moltiplicarele possibilità creative offerte agli iscritti al sistema, senza mai vincolare o forzare l’autore.

Nello specifico in che consiste la marcatura temporale delle proprie opere?
La marcatura temporale permette ad un autore di “timbrare” un’opera digitalmente per poterne dimostrare la paternità. Il tutto avviene rigorosamente on line grazie a delle procedure crittografiche. Ciò consente agli autori di tutelarsi quando si è appena terminata l’opera e si vuole diffondere immediatamente la propria creazione senza avere la preoccupazione di essere plagiati.

La marcatura temporale è un sistema che, attraverso chiavi crittografate, stabilisce la data certa della dichiarazione di paternità di un’opera.
La marcatura temporale è l’equivalente del deposito notarile o del deposito SIAE di un’opera per dimostrarne la paternità. Grazie a Patamu lo si può fare liberamente, a qualsiasi ora, in condizioni sostenibili anche economicamente. I servizi di Patamu, infatti, hanno un prezzo che è la giusta somma per quello che offriamo e ci permette di sostenere il progetto.
Crediamo che questa sia la strada giusta per sensibilizzare la collettività sull’importanza dell’attribuire autonomamente un valore ad un servizio di pubblica utilità.

Quali sono i benefici dell’utilizzo della piattaforma Patamu?
L’artista ha maggiore libertà nel diffondere un’opera. Può depositarla anche quando questa è in forma di bozza, per poi continuare a lavorarci su senza temere di venire plagiato da qualcuno.

In più si è più liberi anche perché scompare il costo alto da sostenere ogni anno per essere iscritto alla SIAE. Questa chiede tanto ai giovani artisti, ma poi adotta un meccanismo di distribuzione dei diritti non equo e lascia ben poco del guadagno all’autore originale.
Infine, la libertà offerta agli autori si riflette anche in una maggiore libertà creativa, che poi è lo scopo per cui siamo nati.

Quali sono i progetti del futuro? Come vorresti che sia il futuro di Patamu?
Il futuro è in parte adesso, quotidianamente Patamu, anche grazie ai consigli degli iscritti, si arricchisce di nuove possibilità per gli autori.

Un concetto in cui crediamo molto è quello della derivabilità delle opere. Ovvero la possibilità da parte di un autore di permetterne la modifica da parte di terzi, sempre secondo i principi dell’attribution in un’ottica di maggiore visibilità dell’opera.

Oggi la riscossione dei diritti d’autore è inquadrata in un regime di monopolio. C’è un solo Ente che detta le regole, impone sanzioni pecuniarie, spesso tarda i pagamenti delle royalties, redistribuendole in un modo non chiaro. Il risultato di questo sistema è che i versamenti dei piccoli e medi autori vengono redistribuiti solo tra pochi iscritti più conosciuti. Per fortuna le cose sono in fase di cambiamento, e Patamu sta lavorando fortemente in questa direzione. Questo a vantaggio anche della maggior parte degli artisti iscritti alla SIAE, perché la presenza di competizione sul territorio nazionale incoraggierebbe la SIAE stessa a migliorare ed aggiornare i propri servizi.

The Walkman si pone come obiettivo quello di mettere in luce giovani creativi come voi: cosa consigliereste a chi ha deciso di investire il suo futuro nel suo progetto?
Consigliamo di essere molto critici e poco indulgenti con la propria idea per evidenziarne i punti di debolezza. Allo stesso tempo di crederci fino in fondo, soprattutto nei periodi difficili. Se pensate di creare qualcosa che possa portare benefici alla collettività allora bisogna tirare dritti fino in fondo. Bisogna restare coerenti con il nucleo dell’idea originale, cercando di restare aperti a nuove idee che possano arricchire l’idea originale.

Non bisogna per forza seguire le strade già percorse solo perché qualcuno dice che “si è sempre fatto così, dunque bisogna fare per forza così”. Patamu ad esempio è una società innovativa cui è stata riconosciuta anche una vocazione sociale, e che allo stesso tempo mira ad un riscontro economico per poter migliorare il progetto ogni giorno di più e renderlo un giorno sostenibile in modo che chi ci lavora possa dedicarcisi a tempo pieno. Coniugare etica e business è una scelta difficile e guardata con sospetto, soprattutto in Italia, ma sono proprio sfide come questa ad aggiungere passione all’impegno quotidiano.