Sara Stefanini è Graphic Designer e illustratrice freelance per magazine e case editrici italiane e straniere.

Sara Stefanini ci ha confidato le sue idee e la sua storia d’amore con il mondo dell’illustrazione.

Sara, come nasce la tua passione per l’illustrazione? Raccontaci di quando tutto è iniziato.

Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di grandi lettori. Da bambina mi piaceva raccontare storie. Disegnavo i racconti che avevo in testa o che mio padre mi leggeva e rileggeva prima di andare a dormire. A volte li registravo su audiocassette per farli poi ascoltare a una fila di pupazzi imbambolati. Da che ho ricordi ho sempre disegnato. L’idea di farlo diventare una professione è arrivata molto più tardi, dopo aver sbagliato strada ed essermi accorta che il disegno doveva far parte del mio quotidiano. Ho studiato allo IED di Milano, ma il vero inizio è stato lavorare e confrontarsi con il mercato, dove c’è molta meno poesia di quello che si pensa. Dunque, la passione è sempre stata lì, la cosa difficile è stata educarla o ammansirla per trovare il segno che mi distinguesse e che sentissi davvero mio. Una storia d’amore dall’inizio turbolento, ma che continua a darmi grandi soddisfazioni.

In cosa credi e qual è il tuo obiettivo comunicativo?

Mi piace pensare alle immagini come se fossero dei progetti. Per me l’idea è il punto di forza. Più l’idea è chiara più l’immagine sarà efficace. Forse è questo il mio obiettivo per ora: la chiarezza

Descrivici step by step come nasce un tuo disegno e cosa ti ispira di più.

L’idea è per me l’elemento principale. Finché l’immagine non è completamente definita in testa difficilmente riesco a disegnarla in modo che mi convinca a pieno. Sia se sto lavorando su un album illustrato o su un’immagine singola, l’approccio è abbastanza analogo.
Mi documento sull’argomento trattato, leggo e rileggo il racconto, poi lascio sedimentare le parole. Penso molto, a volte in modo attivo, altre lascio che ciò che ho visto e sentito fluttui come retro pensiero durante tutta la giornata. Mi aiuto studiando, schizzando e facendo prove per arrivare ad una sintesi che mi convinca. Osservo le persone, le situazioni, i luoghi. Qualsiasi cosa che mi circonda e potrebbe ispirarmi o darmi un suggerimento.

Cos’è per te il talento?

Il talento è una dote che si ha ma va coltivato e affinato. Questo significa che si deve lavorare tanto per poterlo usare al meglio. Il talento è il trampolino di lancio ma non determina per forza tutto il cammino.

Pensi che la tecnologia abbia stravolto o migliorato il mondo dell’illustrazione? Oggi qual è il valore di un’immagine?

Penso che abbia permesso una certa velocità di esecuzione. In questi tempi dove l’urgenza fa sempre più parte del quotidiano, è una possibilità per facilitare un po’ il lavoro. Con il digitale si perde il piacere della materia, ma è una tecnica come un’altra. Il valore dell’immagine per chi la fa è sempre lo stesso, forse cambia per chi la guarda.

Progetti futuri? Come illustratrice e graphic designer, qual è il tuo sogno?

Progetti futuri, tanti. Le idee non mancano mai. Ora mi sto concentrando a far crescere CONTROVERSO, progetto che sto portando avanti da aprile. Un dizionario illustrato che vuole portare l’attenzione sulle parole e l’uso che se ne fa. Poi due albi illustrati che stanno piano piano prendendo forma. Il mio sogno: continuare a raccontare storie.

The WalkMan ha come obiettivo quello di scovare e mettere in luce talenti ed artisti che credono nelle proprie idee. Cosa consigli a chi, come te, ha deciso di investire la propria vita nella creatività?

Semplicemente di continuare a farlo. Quando diventa difficile o non va come si vorrebbe, bisogna solo cambiare punto di vista.

 

sarastefanini.com

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