Il design di Ilse Crawford è un inno al benessere, un progetto che ruota attorno ai concetti di empatia e umanità che ha saputo riscrivere la definizione di lusso.

Come può farmi stare bene? Si è chiesta Ilse Crawford.
Non è facile immaginare come si possa partire da questa o da simili domande per disegnare una scopa, un cuscino o una lavanderia, eppure è proprio qui che originano tutti i lavori firmati Studioilse.

Ilse Crawford

Ilse Crawford, inglese, studia storia dell’architettura all’università e approda alla direzione di Elle Decoration all’età di ventisette anni. Lo sguardo rivolto al passato e l’esperienza presso la testata formano le basi per un approccio multidisciplinare al design volto a sublimare l’esperienza umana in ogni suo aspetto, una filosofia riflessa nei progetti firmati da Ilse e indagata nei suoi libri.

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Ma in che modo il design può portare al benessere?

Suona banale, ma pare che il segreto stia nei dettagli. Il progetto dell’Hotel Casa a Stoccolma – che potremmo considerare il manifesto del credo di Studioilse – ruota proprio attorno ai dettagli e ripensa l’idea di lusso immaginando il nido ideale per il viaggiatore moderno: l’hotel è concepito come un grande ambiente domestico, volto ad apprezzare la convivialità, il calore, la materia e i piccoli oggetti, testimoni di storie.
La concezione del tutto inedita nell’ambito dell’accoglienza risiede nella flessibilità degli spazi, volti ad interagire con l’utente rendendolo protagonista e non comparsa, per farlo sentire a casa.

Che il comfort possa derivare dalla partecipazione attiva dello spazio, viene dichiarato anche dal progetto per lo shop di Aesop a Londra. La cura del corpo che ovviamente è al centro del brand australiano di Skincare si riversa nel design del negozio attraverso la presenza di un grande lavabo dal fascino vintage che invita il cliente a testare i prodotti e ad immergersi in quella che ha tutta l’aria di essere la stanza più intima e personale di casa.

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“Il design è una cornice per la vita, ci fa sentire umani, ci fa sentire vivi.”

Essere umani significa anche essere insieme ed essere per gli altri: è da qui che il design deve saper partire, principiare dall’umanità per rivolgersi e tornare ad essa. Non si può stare davvero bene senza stringere altre mani, guardare altri occhi, condividere.
L’empatia è la chiave di lettura che il designer deve sfruttare per affacciarsi sul mondo: conoscere le emozioni significa poter conoscere gli spazi.

Togheter Table – Studioilse

È proprio empatia il concetto che ha guidato il disegno di riqualificazione del St Cuthberts Community Centre, convertito in uno spazio dedicato all’accoglienza per coloro che vivono in condizioni socialmente vulnerabili, un grande refettorio che offre pasti sani preparati con gli avanzi dei supremercati. Un progetto in cui il design d’interni è profondamente legato alla qualità del mangiare, alla ritualità e allo stare insieme. Studioilse ha concepito un unico spazio all’insegna della serenità orientato a stimolare l’interazione.

La ricetta vincente di Ilse ha un solo ingrediente segreto fondamentale: l’uomo.

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