M¥SS KETA ha scelto il giorno di San Valentino per lanciare il suo nuovo brano: “UNA VITA IN CAPSLOCK”.

M¥SS KETA è l’angelo dall’occhiale da sera e dal volto velato. La sua identità nascosta è il modo migliore per dire la Verità, perché “non avendo volto, c’è un po’ di M¥SS in ognuno di noi”. Performer situazionista, rapper dall’attitudine punk, icona pop, M¥SS KETA è milanese. Da vera leader, guida una truppa d’assalto che risponde al nome di “Le ragazze di Porta Venezia”: con loro, infiamma i palchi dei maggiori festival e club di tutta Italia in un tripudio di techno, house, dubstep, rap che sembra generato dal suo stesso corpo.

Con “UNA VITA IN CAPSLOCK”, per la prima volta M¥SS KETA si toglie la maschera per accompagnarci in un viaggio verso i lati oscuri della coscienza. Il video e il brano sono un atto di verità in un luogo di assoluta artificialità, un grande teatro di posa nero rivestito di pvc lucido.

“UNA VITA IN CAPSLOCK” è online a partire dal 14 febbraio: il nuovo video della rapper più punk che si possa incontrare, performer dall’identità misteriosa ma con una personalità unica.

“UNA VITA IN CAPSLOCK” inaugura un nuovo capitolo nella storia di M¥SS KETA con un video che mette a frutto i quattro anni di esperienza del collettivo Motel Forlanini. Quella che troviamo nel video è una M¥SS di fronte all’Ombra, simbolo junghiano dell’irrazionale. Perduta e frammentata nel ventre dell’inconscio, la diva definitiva affronta l’incontro con forze brutali e misteriose lasciandosi trasportare da esse ma al tempo stesso domandole, con il savoir-faire di chi l’inferno lo conosce bene.

Un beat aggressivo fidget house con un basso dubstep che si evolve in un’esplosione complextro finale è la colonna sonora di un viaggio iniziatico in tre tappe, tradotto in una coreografia plasmata su tre diversi mondi visivi. Al centro di tutto, sempre lei, M¥SS KETA. Semi sdraiata su un triclinio e circondata da teli di cellophane, statue antiche e luci al neon in un prologo che sembra una visione postmoderna dell’Impero Romano partorita dall’estro di David LaChapelle. Una fotografia dell’odierno Occidente schiacciato fra opulenza e cupa decadenza.

Un trionfo fetish senza precedenti che spazia da Barbarella a Matrix, da Caligola a Andy Warhol, fino ad arrivare all’archetipo della cultura audiovisiva degli ultimi decenni: i monitor della tv via cavo che alternano immagini a barre di colore, ricordo degli anni ’80, il decennio in cui nacque MTV.

La scelta del giorno di lancio? Perfetta.