Walter Lazzarin – Ogni scrittore è un soggetto a sé. Alcuni scrivono a casa, altri in un bar, altri ancora per strada. Questo è il caso di Walter Lazzarin, uno scrittore seduto per strada, nelle piazze italiane, che compone tautogrammi con una Olivetti Lettera 32.

Walter Lazzarin, classe 1982, rodigino, una Laurea in Economia Aziendale e una in Filosofia, un’ esperienza da insegnate precario e un sogno nel cassetto: far riavvicinare le persone alla narrativa. Oggi scrittore, ma per strada. Siamo riusciti ad intervistarlo, vediamo un pò cosa ha da dirci.

Da cosa nasce questo tuo progetto, e cosa si intende per scrittore per strada?

Scrittore per strada è un progetto che mi ha portato in giro con una macchina da scrivere, per un anno, in tutte le regioni d’Italia; mi sono posizionato sulle strade e nelle piazze principali di circa ottanta città del paese, spacciando draghi e tautogrammi.

L’idea è nata a partire da una storia che volevo scrivere: il protagonista doveva viaggiare per il paese col suo ultimo romanzo, per farsi conoscere come autore e per diffondere l’amore per la narrativa; a un certo punto ho deciso di prendere il suo posto: ho smesso di elaborare la trama e mi sono messo in moto.

Il progetto in origine doveva durare nove mesi, poi ho deciso di prolungarlo e ho festeggiato un anno.

Scrittore per strada, anche se solo nei weekend, venti mesi dopo vive ancora. Quali sono gli strumenti di Walter Lazzarin? Perché questo istinto di condividere la scrittura con la piazza e i passanti?

 I miei strumenti sono una macchina da scrivere e un trolley, un telo da mare e un cuscino. E un sorriso strappalacrime.

Perché portare la scrittura per strada?

Perché amo la scrittura e amo la strada.

Il tautogramma*, questo gioco poetico quasi enigmistico, attualmente ha il tuo nome. Spiegaci cos’è per te e cosa ti ha portato ad avvicinarti a questo genere letterario, se così possiamo definirlo.

 [Tautogramma: composizione costruita con componenti che cominciano, categoricamente, con caratteri coincidenti*]

Per me è un’arte, ma non poetica. Mi ci sono avvicinato per caso, forse per la mia propensione ai giochi ossessivi me ne sono innamorato.

Il tautogramma insegna che la combinazione perfetta di parole esiste: con pazienza e pedante testardaggine si può trovare Il modo migliore per esprimere un concetto.

 Dal 2011 ad oggi, già quattro libri pubblicati. Come nasce l’idea del romanzo in te, e a chi vuoi rivolgerti?

 Quando scrivo un romanzo penso a un lettore forte, con dei bicipiti grossissimi.

L’idea di base della storia può nascermi da mille cose: una riflessione, una cosa successa o un messaggio che voglio trasmettere. (o una sbronza)

 Fresco di stampa è “Ventuno Vicende Vagamente Vergognose” edito da CasaSirio editore. Parlaci di questa super produzione.

 È una raccolta di tautogrammi che racconta storie pruriginose di personaggi famosi. Bukowski e Cleopatra, Dylan Dog e Giuditta, Marilyn Monroe e Peppa Pig. Socrate, Zorro. Tutti loro con il sesso hanno avuto disavventure che spesso i manuali o i giornali hanno omesso di raccontare. Io, per amore della Verità, ho deciso di spiattellarle.

 È possibile oggi fare dell’arte e della passione un mestiere? In tutta franchezza, riesci a viverci?

 Sì, è possibile fare dell’arte un mestiere e sì, riesco a campare di sola scrittura.

È vero che bisogna portare avanti più lavori in contemporanea, ed è vero che pochi privilegiati hanno un numero adeguato di offerte per lavori legati alla scrittura, ma la cosa è possibile.

 Cosa consiglieresti a chi, come te, ha deciso di investire il proprio futuro nel mondo della letteratura?

 Molla tutto.

Per te non c’è spazio.

(non vorrai mica fregarmi fette di mercato, eh?)

 

 Non esiste un solo modo per essere scrittori se non quello di scrivere. E scrivere meglio di qualsiasi altro.

Buona Lettura!