Gianluca Gallo – Illustratore di emozioni. Un mondo semplice e profondo in bianco e nero. L’arte di esprimere ciò che l’amore lascia dentro di sé.

Gianluca Gallo: pennarelli neri e fogli bianchi. Tutto nasce da lì. La passione per uno stile illustrativo lineare e semplice. Due volti, amore, emozioni. Scavarsi dentro, esprimere l’anima in un disegno.


Gianluca,  sul tuo profilo Facebook si legge “Ogni tanto disegno”. Raccontaci un po’ di te e della tua passione.

Si, è una frase che mi piace molto perché rappresenta un po’ come è nato tutto. Quella per il disegno è stata la mia prima passione. Sin da quando ero molto piccolo riempivo fogli di illustrazioni. Anche se non sapevo ancora scrivere bene, creavo storie illustrate, disegnavo sempre. Dicevano che sarebbe stata la mia strada. Poi crescendo è arrivata la musica, altra mia grandissima passione. Per moltissimo tempo è stata la mia vita. Il disegno, anche se mai abbandonato, è stato relegato alla sfera privata. La vita poi prende pieghe inaspettate. Un giorno ho ripreso la matita in mano e ho cominciato a mettere nero su bianco tutte le sensazioni che vivevo in quel momento. Ho capito che quello era un modo di esprimermi molto più profondo e diretto. Riuscivo a scavare molto di più dentro di me.È il modo di esprimermi più adatto a me. Ed ora eccomi qui.

I tuoi disegni sono essenziali, lineari, sempre in bianco e nero. C’è qualcosa che ha ispirato il tuo stile? Perché i volti non hanno lineamenti?

Si può dire che la scelta del bianco e nero sia stata una scelta obbligata più che stilistica. All’inizio, quando ho voluto riprendere a disegnare seriamente, a casa avevo questi pennini di china che usava mio padre per lavoro, nel disegno tecnico. Mi è sempre piaciuto disegnare direttamente col pennarello più che con la matita. Così ho iniziato a illustrare semplicemente con questi pennini su dei fogli bianchi. Credo che il bianco e nero sia il modo più potente ed essenziale per esprimere qualcosa.

La scelta dei volti senza lineamenti è stata dettata dal bisogno di rendere riconoscibile quello che facevo. Era molto facile cadere in cose già viste, quindi un modo per distinguere subito i miei disegni era andare per sottrazione. Ho sempre disegnato con uno stile molto essenziale, che desse spazio al contenuto e ho deciso di estremizzarlo. Poi ho capito che la mancanza di lineamenti rendeva i soggetti universali e aperti a tantissime interpretazioni.

Cosa nasce prima nella tua mente, il disegno o la frase che lo descrive?

Non c’è un vero e proprio schema in realtà. Spesso realizzo un’illustrazione e ci abbino una frase che riassuma il sentimento che l’ha inspirata. A volte uso la frase di una canzone che ascolto mentre disegno, che può descriverne il mood. Altre volte ascolto una canzone, leggo un libro o razionalizzo alcuni pensieri di un periodo che sto vivendo e da una frase nasce l’ispirazione. É un po’ un gioco di rimandi tra disegnare ciò che provo e quello che mi dice ciò che disegno.

Prendi spunto da ciò che ti accade?

Si, ovviamente tutto quello che faccio ha una grandissima componente emotiva. Quindi prendo sicuramente spunto da quello che mi accade. Ricevo tantissime richieste di disegni personalizzati, mi fa estremamente piacere e mi fa sentire molto onorato ma declino sempre tutte le richieste, perché quello che disegno è molto intimo. La componente emotiva è essenziale, non penso riuscirei a disegnare qualcosa che non sento.

Perché solo un ragazzo e una ragazza?

In realtà anche il fatto che siano un ragazzo e una ragazza è piuttosto casuale. Quando ho iniziato avevo necessità di raccontare quello che sentivo. Parlare di me e di alcune mie vicende personali, delle emozioni e dei sentimenti che provavo. Era un modo per liberamene, alleggerirmi, esorcizzarle, o raccontarmi. I due soggetti erano perfetti per rappresentare tutto questo. All’inizio capitava che disegnassi solo lui o solo lei. Poi ho capito che insieme davano più chiavi di lettura, diverse angolazioni da cui guardare una stessa cosa.

L’amore, in tutte le sue sfumature, è il tema centrale delle tue illustrazioni. Perché?

Si, alla fine si finisce sempre a parlare d’amore. Che lo si faccia con dolcezza o con violenza, con disperazione o devozione, che lo si racconti o lo si rinneghi, l’amore è uno di quegli argomenti di cui vale sempre la pena parlare. Riesce a smuoverti dentro un oceano di emozioni, che prima o poi straripa e ti porta a creare. Attraverso l’arte si esprime ciò che l’amore ti lascia dentro. Attraverso le emozioni si parla una lingua che tutti possono capire. É un argomento davvero universale, potentissimo, infinito. Oltre ad essere una delle poche cose che può ucciderti o salvarti la vita. Nel mio caso è semplicemente ciò che mi ha spinto a mettere nero su bianco la mia anima.

Cosa significa per te disegnare? Quanto è importante nella tua vita?

Oltre ad essere l’attività che attualmente occupa la maggior parte della mia quotidianità, disegnare è diventato qualcosa di cui non posso fare a meno. È il modo per esprimere me stesso, per raccontarmi, necessario per vivere.

É tutta la mia vita.

The WalkMan ha come obiettivo quello di scovare e mettere in luce giovani talenti ed artisti che credono nelle proprie idee. Cosa consigli a chi, come te, ha deciso di investire la propria vita nella creatività?

Di imparare anche a fare l’idraulico, per stare tranquilli.

A parte gli scherzi, l’unica cosa che mi sento di dire a chi ha deciso di investire la propria vita nella creatività è di essere il più sincero possibile. Penso che la sincerità sia fondamentale, è una delle poche cose che di questi tempi può davvero fare la differenza.