Fumettibrutti – Webcomics sfrontati, irriverenti, veri. Dietro questo nome c’è un mondo stropicciato che esprime la libertà di fare quello che si vuole.

Amore e dolore, noia e fame di tutto. Sesso e sessualità senza filtri. Fumettibrutti nasce nell’aprile 2017 dai sogni  di Josephine Yole Signorelli

Fumettibrutti: chi e cosa si cela dietro questo nome? Quando nasce questo progetto?

Dietro questo nome c’è una perdente a cui piacciono quelli come lei. I fumetti sono ufficialmente “brutti” da aprile 2017, quando ho finalmente capito come si facevano. Non si tratta solo di tecnica. Quella devi averla e prima di farla a pezzi, bisogna impararla. Dietro Fumettibrutti c’è l’amore, amore misto al dolore, ma pur sempre amore.

Perché hai scelto il fumetto/webcomics?

Fare fumetti non è una scelta, ma una specie di malattia. Solo i pazzi decidono di farli. Del web mi ha sempre affascinata la possibilità di raggiungere il maggior numero possibile di persone. In questo modo riesco a rendere i miei disegni fruibili a tutti gratuitamente.

Entriamo nel mondo di Fumettibrutti: sesso, sessualità, esplorazione del corpo senza filtri. Cosa ti preme comunicare?

Mi preme comunicare la noia, la fame di tutto, la libertà di fare quello che si vuole a patto di rispettare il prossimo, e anche raccontarne il contrario. Siamo esseri umani, quindi terribilmente affascinanti, turbanti, vomitevoli e a volte bellissimi.

Come scegliere gli episodi da raccontare? Quanto c’è di Josephine e delle sue esperienze personali?

Credo che l’esperienza personale sia necessaria per scrivere. Che siano sensazioni o storie vissute, raccontiamo quello che siamo. Mettermi in prima persona mi aiuta con il fumetto, ma ho voglia di raccontare storie che non mi vedano protagonista. Scelgo gli episodi in base al mio umore.

Fumettibrutti selezionati tra i migliori webcomics al Napoli COMICON 2018: cosa si prova in questi momenti?

Per me è davvero un bel traguardo. Provo sempre la stessa sensazione. La stessa di quando Tito Faraci mi ha presa nella scuderia degli autori nella nuova collana Feltrinelli dedicata ai fumetti, nonostante fossi un’esordiente. Mi viene in mente quando ero nell’altra casa a Bologna, completamente al verde. Dopo aver passato tutto il giorno a disegnare, ero in ginocchio a pulire il bagno con guanto e retina perché di lì a poco avrei dovuto traslocare. Mi chiedevo se qualcuno nella folla del web avrebbe mai notato quei Fumettibrutti.

Cosa bolle in pentola? Quali sono i sogni futuri di Fumettibrutti?

Sto lavorando per vivere grazie al disegno. Mi piacerebbe in futuro essere l’unica persona a cui rispondere del mio successo o fallimento, grazie alle autoproduzioni e curando la mia fanbase sui social. Come direbbe Ai Weiwei: “Di’ quello che devi dire in modo chiaro e poi assumitene la responsabilità”. Ho dei progetti a lungo termine che sto coltivando, devo ancora laurearmi ma per il momento riesco a fare fumetti e sono felice. Molto felice.

The WalkMan ha come obiettivo quello di scovare e mettere in luce giovani talenti ed artisti che credono nelle proprie idee. Cosa consigli a chi, come te, ha deciso di investire la propria vita nella creatività?

Non me la sento di dare consigli perché sto ancora imparando. Posso solo dire come faccio io. Quando andavo alle superiori ho copiato il metodo di una mia cara amica: scrivere dei promemoria sul nastro adesivo di carta e appenderli davanti il letto per leggerli ogni volta che apro gli occhi.