Come ogni anno, arriva inesorabile. La fine dell’estate è il momento dell’anno più dolceamaro che conosco.

Sono nata alla fine di agosto, quindi nel pieno di questa stagione di transizione dal caldo torrido alle piogge autunnali. La malinconia è di casa, in me. Ma anche il piacere di rivivere nella mente tutti i momenti memorabili appena trascorsi, sentire quella vampata calda di gioia nello stomaco, sentirmi fortunata.

Un’altra fantastica estate, messa nel sacco. Momenti memorabili, giornate passate nel caldo – forse rovente – abbraccio del divano, bicchieri di vino bianco ghiacciato sorseggiati con le amiche, qualche piccola fuga in località soleggiate. E ancora concerti, festival, giornate al mare – sempre troppo poche, il mare mi annoia in fondo – canzoni urlate al cielo, luci intermittenti sul lungomare, qualche ballo in compagnia.

La pelle che inizia a respirare, il trucco che si fa sempre più leggero.

La sensazione che fino a quando il sole sarà alto e splendente e caldo nel cielo, tutte le noie e le responsabilità potranno aspettare, almeno un po’, almeno qualche ora. Di quest’estate quello che mi porto dietro sono sempre le facce. Quelle che riempiono gli occhi, il cuore e fanno bene all’anima. Quelle che, ne ho la certezza, accompagneranno anche la prossima e le successive. 

Le giornate ricominciano ad accorciarsi. Forse tornerà finalmente utile quel giacchettino che portiamo sempre con noi con la consapevolezza di lasciarlo in macchina inutilizzato. 

Le ultime sere d’estate sono stucchevoli, malinconiche, hanno il sapore di un elisir di frutti rossi e miele. Come ha un sapore diverso il vino ghiacciato che, ancora per qualche notte, berremo cullandoci nella consapevolezza che le nostre responsabilità potranno aspettare ancora qualche giorno. La fine di agosto è il nostro modo di urlare “ancora cinque minuti” alla sveglia della vita, e girarci dall’altro lato.