Cosmogonie – Architettura e ambiente, design e natura, organicità e percezione spaziale. Prima personale dell’architetto partenopeo Mario Coppola, fondatore di Ecosistema Studio, presso la Fondazione Plart. Un lavoro di ricerca ma soprattutto di conquista spaziale, di rimando all’arte antica e moderna: Cosmogonie.

Cosmogonie:  origini dell’universo, nascita del cosmo. Inaugurata presso la Fondazione Plart in occasione della Tredicesima Giornata del Contemporaneo, lo scorso 14 ottobre. Un lavoro concepito intorno all’opera Dafne, monumentale installazione site-specific in fluida continuità con le volte della Fondazione Plart, con una serie di sculture e rilievi di grande formato realizzati proprio per l’occasione. Un’arte organica che fa dell’architettura non uno sfondo, bensì un opulento materiale d’arte, generatrice del plasmare.

Ispirate alle teorie della complessità, le opere si configurano come luogo in cui prende forma l’inestricabile intreccio tra uomo, natura e macchina; non a caso, gli oggetti in mostra emergono dalle pareti o dal pavimento alla conquista dello spazio, frutto di una sensibilità colma di reminiscenze dell’arte antica e moderna, da Bernini a Moore, da Michelangelo a Boccioni. La percezione spaziale della convessità e della concavità, arrivando a toccare il moto e la macchina tanto cari ai futuristi, riletto ed ideato in chiave contemporanea. Il design di Mario Coppola s’ispira alla forma e al cinematismo della natura e del corpo umano, gettando un ponte tra lo spazio domestico e l’ambiente naturale.

Come scrive il filosofo Leonardo Caffo nel catalogo della mostra, siamo di fronte al “sogno di poter estrarre un senso dalle cose, di fare architettura o arte a partire da dei semplici materiali, la speranza di poter trasformare oggetti naturali in oggetti artefattuali  verso un interior design continuo in cui lo spazio da arredare è la metafisica stessa”. Quest’aspetto volutamente polivalente e ibrido con l’ambiente, si unisce a una sperimentazione inedita e incessante. Partendo dall’interesse per la poetica organica e vitalista, trova la sua espressione formale attraverso le più recenti tecnologie digitali, dalla modellazione virtuale alla stampa 3d. Un’arte che va oltre, scavalca la tradizione, per approdare ad un mondo nuovo, quello del digitale, del contemporaneo, del futuro.

COSMOGONIE: il futuro che prende materia, forma, continuità spaziale.

Nella solida strutturazione teorica di queste premesse si rintraccia la genesi delle opere in mostra – Apollo e Dafne reloaded, Intreccio, Palpebra, Colonnorgano, Nodi, increspatura – realizzate in PLA (acido polilattico), una bioplastica interamente ricavata dall’amido vegetale, biodegradabile ed ecologica, stampate in 3d con tecnologia FDM (modellazione a deposizione fusa). Un processo che s’inserisce perfettamente nella ricerca della Fondazione Plart, nata per promuovere la storia e la cultura dei materiali polimerici, a partire dalla conservazione, lo studio e la comunicazione delle opere d’arte e di design in plastica.

Con i lavori di Mario Coppola, il Plart ci avvicina ancora una volta al mondo delle plastiche d’autore, per mostrarci come le dimensioni dello spazio, del corpo e dell’esperienza ricostruiscono un universo multiforme che diviene manifesto del nostro tempo. Se infatti l’ecosistema è insieme fonte di vita e dimora dell’uomo, pur senza mai rinnegare le conquiste della tecnica, è solo in simbiosi con esso che può rendersi possibile ogni attività antropica.

Cosmogonie: 14 ottobre – 22  Dicembre

Fondazione Plart

Napoli

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Mario Coppola

Nato e cresciuto tra Napoli e Punta Licosa, Mario coltiva da sempre la passione per l’ecologia, studiando da vicino le forme e il funzionamento degli organismi viventi e delle strutture naturali. Nel 2008 si laurea con lode in architettura presso la “Federico II” di Napoli, in seguito completa un master di II livello al Politecnico di Milano e lavora nello studio di Zaha Hadid Architects a Londra su numerosi progetti in diversi periodi. Nel 2010 torna a Napoli, dove prosegue la sua ricerca sulla fusione tra natura, design e architettura e diviene dottore di ricerca in Progettazione Architettonica e Ambientale con una tesi sull’architettura contemporanea “post-decostruttivista” letta dalla prospettiva teorica della complessità di Edgar Morin, secondo il quale tale lavoro “apre nuove prospettive”; contemporaneamente è tutor presso il DiARC di Napoli e visiting tutor nel DRL presso l’Architectural Association School of Architecture di Londra. Sugli stessi argomenti scrive numerosi saggi, tiene lezioni presso università italiane ed estere, intervenendo a convegni nazionali e internazionali. Nel 2015, pubblica il volume Architettura PostDecostruttivista I: La linea della complessità. Nel 2015, pubblica il volume Architettura PostDecostruttivista I: La linea della complessità. Di recente ha esordito come scrittore con il romanzo In cima al mondo, in fondo al cuore (Giunti editore).